10 best british film 2013

Il cinema britannico 2013 è stato dominato fondamentalmente da 3 film:
Philomena con una grande Judi Dench (M in James Bond per intenderci) storia veramente commuovente, di una madre alla ricerca del figlio dato in adozione anni prima. 
About time, commedia dello specialista Richard Curtis che ci racconta con grande ironia la storia d’amore di un ragazzo insolito nei confronti di una bella ragazza, l’anormalità di questo ragazzo? Poter viaggiare nel tempo!
The Wolrd’s end, la conclusione della trilogia del cornetto (L’alba dei morti dementiHot Fuzz e questo La fine del mondo) con cui Edgar Wright e Simon Pegg (oltre che attore anche sceneggiatore) hanno esplorato con una forza e una pregnanza sconosciute al cinema d’intrattenimento spettacolare, la maniera in cui il quotidiano inquini l’umano ovvero il progressivo diventare “mostri” degli esseri umani quando, una volta cresciuti, sono inseriti nel sistema lavorativo-familiare. E questo svelamento avviene spesso mettendo a confronto i mostri che i protagonisti sono ad inizio film con dei “mostri” da cinema, come gli zombie di L’alba dei morti dementi. Nelle storie di Pegg e Wright spesso si scopre che, sebbene le combattiamo, forse ci siamo diventati come quelle creature che i film ci hanno raccontato e non ce ne rendiamo conto. E anche in questo film emergeranno figure prese dalla storia del cinema di fantascienza anni ’50 che non sono lontane da ciò che i personaggi mostrano di essere all’inizio della trama. 
Da incorniciare la citazione finale al Ritorno del Re di Tolkieniana memoria!

Philomena
Protagonisti delle pellicola sono Judi Dench e Steve Coogan quest’ultimo anche autore della sceneggiatura assieme a Jeff Pope. Philomena Lee, una donna irlandese viene costretta ad abbandonare suo figlio dopo averlo partorito in un convento. Cinquant’anni anni dopo, la donna, assieme al giornalista Martin Sixsmith, si mette alla ricerca del figlio, nel frattempo affidato a una famiglia americana. Frears riesce a raccontare una storia che sa commuovere, far pensare e divertire grazie all’umanità che ha pervaso i suoi film migliori e alle doti di narratore di grande spessore.
The Wolrd’s end (La fine del mondo)
Gary King ha toccato l’apice della sua esistenza nel 1990 quando con i suoi amici ha tentato di battere in una sola notte i pub di Newton Heaven in un tripudio di aneddoti e ubriacatura, finito senza aver completato il giro (l’ultimo pub, mai raggiunto, si chiama The World’s End) ma comunque in gioia. Vent’anni dopo Gary è un adulto irrisolto, che vive nel passato, fuori da ogni regolarità o da ogni canone di “inserimento nella società” e raccontando la sua esperienza in un gruppo di autoaiuto capisce di doverlo rifare, ritrovare il vecchio gruppo di amici, rimetterli insieme e questa volta battere davvero tutti i pub in una notte.
About time (Questione di tempo)
Richard Curtis ha al suo attivo, come sceneggiatore Quattro matrimoni e un funeraleNotting HillIl diario di Bridget Jones. Film divertente e commuovente. Tim ha 21 anni, ed è un ragazzo piuttosto impacciato, quando apprende da suo padre che tutti gli uomini della sua famiglia hanno un dono particolare. Se si chiudono in un luogo in cui nessuno può vederli e stringono con forza i pugni possono fare dei balzi indietro nel loro passato potendolo così modificare per poi tornare al presente. Tim decide di utilizzare subito questo ‘potere’ per cercare di trovare una compagna.
A long way down (Non buttiamoci giù)
Il giorno di Capodanno Martin (Pierce Brosnan) è sul cornicione di un grattacielo di Londra. Un tempo personaggio televisivo molto amato, Martin è spinto dalla disperazione a tentare il suicidio. Sul tetto però scopre di non essere da solo: a pochi passi da lui ci sono la madre single Maureen (Toni Collette), l’impertinente adolescente Jess (Imogen Poots) e l’ex musicista diventato ormai ragazzo per la consegna delle pizze JJ (Aaron Paul). Sono tutti saliti fin lassù con il proposito di togliersi la vita ma, anzichè saltare, i quattro decidono di far un patto e rimandare il tutto almeno fino a San Valentino.
Closed Circuit
Un micidiale attentato terroristico che miete vittime innocenti ed un processo per direttissima vede una coppia di avvocati prenderne parte in veste di difensori del presunto mandante della strage, Farorukh Erdogan, incastrato da una serie di telefonate all’attentatore kamikaze. Niente e’ come sembra, ed i due legali, peraltro uniti da un passato sentimentale ormai chiuso, si ritroveranno isolati, e coinvolti in una spirale di crudele violenza.
In fear
Scrittore e regista Jeremy Lovering è alla  sua opera prima con un film del terrore low budget che in inghilterra ha riscosso notevole successo. Il tutto parte in un pub (strano per un film uk vero?), una sersona spia una coppia da una fessura.La coppia, Tom and Lucy (Iain De Caestecker and Alice Englert) si perde all’interno di un bosco nell’Irlanda rurale. La natura selvaggia e agghiacciante li circonda, qualcuno di misterioso inizia a perseguitarli fino a condurli alla follia.
The railway man
Il film è basato sulla vera storia di Eric Lomax (Colin Firth), ex ufficiale inglese torturato dai giapponesi durante la costruzione della “ferrovia della morte” durante la seconda guerra mondiale che, a decenni di distanza dalla guerra, decide di mettersi sulle tracce del suo carnefice in cerca di vendetta. Spetterà alla moglie Patti (Nicole Kidman) aiuterlo a superare i traumi psicologici degli orrori vissuti in guerra e a rappacificarsi con Takashi.

A field in England
Film thriller storico diretto da Ben Wheatley, il film, girato in bianco e nero , è ambientato durante la metà del 17 ° secolo, Guerra civile inglese urante una battaglia della guerra civile inglese. Assistente di un alchimista di nome Whitehead fugge dalla stretta del Comandante Trower . Whitehead incontra Cutler e due disertori dell’esercito, Giacobbe e un amico . Insieme lasciano il campo di battaglia in cerca di una casa. Incontrano l’irlandese O’Neill , un uomo che Whitehead è stato inviato ad arrestare per furto . O’Neill prende il comando sul gruppo e dice loro di un tesoro nascosto da qualche parte in un campo vicino…

In trance
Dopo la prova di resistenza fisica di 127 ore, Danny Boyle torna ad esplorare le alterazioni degli stati mentali, in un film-puzzle la cui maggior verità riguarda la straordinaria abilità che possediamo di mentire a noi stessi. Pur non risultando incomprensibile, In trance tira decisamente troppo la corda quando, complice il triangolo sentimentale, le versioni e le visioni della coscienza si moltiplicano, s’intrecciano, esuberano. tensione c’è e, come in ogni film di Boyle, è costruita sul binomio impossibile nervi saldi/psiche esplosa, così come non mancano le immagini ricercate, colorate dal digitale e dal richiamo alla pittura.
Welcome To the Punch
L’ex criminale Sternwood Jacob è costretto a tornare a Londra dal suo nascondiglio islandese quando suo figlio viene coinvolto in una rapina andata male. Questa situazione dà al detective Max Lewinsky un’ultima possibilità per catturare l’uomo a cui ha sempre dato la caccia. Confrontandosi, i due cominciano a scoprire una cospirazione più profonda che entrambi hanno bisogno di risolvere per sopravvivere.

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