Il turco a Vienna. Storia del grande assedio del 1683

Il turco a Vienna. Storia del grande assedio del 1683, di Franco Cardini ed. Laterza.
11 settembre 1683, è il film in questo momento nei cinema, diretto da Renzo Martinelli con F. Murray Abraham nel panni del beato Marco d’Aviano che racconta dell’assedio di Vienna da parte dell’esercito Ottomano. Avevo già letto due libri che ben spiegavano l’evolversi della situazione politica in quel periodo, ma l’anno scorso il prof. Cardini ha pubblicato questo libro che è veramente il libro definitivo (ben 778 pagine) per descrivere quella battaglia che non fu una semplice battaglia: l’esercito cristiano contro l’esercito turco, due mesi di assedio. Se gli ottomani non fossero stati fermati sotto le mura della capitale austriaca il corso della storia occidentale sarebbe stato diverso.

«Cominciò così la grande battaglia attorno alle mura di Vienna. Era il 12, nel giorno di domenica benaugurante per i cristiani. Alle quattro del mattino, re Giovanni insieme con il figlio Jakub servì personalmente e con devozione la messa celebrata da frate Marco nella cappella camaldolese. Lo scontro si protrasse fino a sera per concludersi trionfalmente in Vienna liberata; all’alba del giorno dopo, sotto il ricco padiglione del gran visir conquistato dalle sue truppe che stavano saccheggiando il campo ottomano, Giovanni III poteva scrivere una trionfante lettera alla sua regale consorte. Terminava così, dopo due lunghi mesi, l’incubo dell’assedio alla prima città del Sacro Romano Impero e capitale della compagine territoriale ereditaria asburgica. Con esso, l’ultima Grande Paura provocata da un assalto ottomano a una Cristianità peraltro tutto meno che unita.»

«Il duello tra la Croce e la Mezzaluna non è stato mai una “guerra di religione” e difatti mai, in realtà, cristiani e musulmani si sono odiati, nelle loro pur lunghe, cruente e talvolta selvagge contese per mare e per terra». Semmai, aggiunge Cardini, le guerre, se non di religione, sono state guerre tra homines religiosi appartenenti a fedi diverse, anche se non storicamente e teologicamente estranee tra loro: «Per entrambi la fede costituiva il fondamento della visione del mondi, dell’assetto giuridico, della morale. Per questo i due fronti in conflitto potevano riconoscersi nei rispettivi sistemi simbolici religiosi ». Tenendo presente però che «la Mezzaluna non detiene all’interno dell’Islam quel valore assoluto che la Croce possiede per i cristiani».

La Francia del Re Sole è restata in disparte, ostile. La Russia di Pietro il Grande ha assistito guardinga. L’Inghilterra, il mondo baltico, la stessa cattolicissima Spagna si sono mantenuti lontani dal teatro di guerra che ha visto la croce lottare contro la mezzaluna. Solo un monarca musulmano, lo shah di Persia, sembra esultare senza riserve per la sconfitta del collega ottomano.
È stata davvero una grande giornata, quella domenica del 1683, fondamentale per la storia dell’Europa moderna.

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