Non ascolto musica da supermercato…


The Black Keys

Il giorno di Pasqua mi è capitato di avere una discussione piuttosto divertente con una cugina di mia cugina che impazziva letteralmente per Happy di Pharrell Williams tanto da farcelo ascoltare ben due volte con il suo telefonino.
E’ iniziata allora una discussione sulla musica non commerciale e commerciale che io ho bollato come “musica da supermercato” nell’ilarità generale. Io ascolto da sempre U2, Depeche mode e consimili ma dagli inizi del 2000 mi sono convertito a un tipo di musica più indipendente seguendo la band che adesso amo di più i Radiohead: dalla scelta di non avere un etichetta a quella di vendere i propri pezzi online, ci vuole del coraggio.
Ieri però mi scrive un lettore di lunga data del blog e mi chiede un consiglio musicale. Da questo prendo lo spunto per consigliare cinque album assolutamente  non da supermercato, uno per anno partendo dal 2010. Forse quest’anno è la volta buona per un doppio album degli U2 prodotti dal geniale Danger Mouse, incrociamo le dita. Buon ascolto.

Broken BellsDanger Mouse e James Mercer
“Volevamo essere nel nostro piccolo mondo, per questa cosa”, ha dichiarato Danger Mouse stesso. E un “piccolo mondo” sono riusciti a creare, in effetti. Una lunga favola a tinte pastello con Mercer alla chitarra, sporcata dalle evocative intrusioni di Danger Mouse, ora sintetiche, ora morriconiane: melodie estremamente semplici, sviluppate su tempi sostanzialmente coincidenti per tutto il disco, addirittura con lo stesso andamento. Sperimentale ma con l’anima.
RomeDaniele Luppi e Danger Mouse con Jack White e Norah Jones
Un omaggio al cinema italiano, a Cinecittà e alle sue colonne sonore. Una passione comune, quella tra Luppi e Danger Mouse, nata ai tempi della loro collaborazione al disco dei Gnarls Barkley. Una passione sviscerata in maniera filologica, in queste 15 tracce, incise a Roma in una sola settimana, con una band che suonava in presa diretta dietro pannelli fonoassorbenti, per dare corpo ai suoni. Se non fosse per alcuni dettagli il disco potrebbe essere scambiato tranquillamente per un disco d’altri tempi, grande musica per orecchie raffinate.
The light the dead seeSoulsavers/Daniele Luppi produttore e Dave Gahan
Chi sono i Soulsavers? dietro questo moniker si nascondono Rich Machin e Ian Glover, due remixer e produttori, i cui restyling si caratterizzano nella maggioranza dei casi per un sound elettronico lento e ipnotico, le sonorità sono le migliori sulle quali lasciare che la Dave Gahan adagi la sua profonda voce, più d’una volta “assistita” anche da qualche coro silenziosamente memore di Martin Gore. Lunghe ed espansive liturgie d’archi avvolgenti affidate al calore di violini e violoncelli.
Black Pudding – Mark Lanegan & Duke Garwood
Mark Lanegan torna a poco più di un anno dal notevole Blues Funeral con un nuovo sodalizio e relativa raccolta di canzoni. A beneficiare del suo slancio è questa volta l’estroso musicista londinese Duke Garwood arwood predispone un sottotesto musicale disadorno capace di imporsi in termini atmosferici senza mai risultare invadente, ideale contesto, quindi, per far risaltare una voce che sembra ormai potere tutto, simbolo e teatro di un mondo, di un’epica, di un mood inarrivabile.
Turn Blue Black keys/Danger Mouse produttore
Daniel Auerbach e Patrick Carney sono ormai da anni impermeabili al successo, amano la musica e solo quella conta. Ed è gran musica quella che si può trovare in Turn Blue. Dalla pslichedelica alla blues con venature pinkfloydiane, dai suoni, alla copertina, fino alla struttura dell’album, tutto in Turn Blue grida anni ’70 e psichedelia. «Mentre scrivevamo abbiamo ascoltato molti dischi di quegli anni. Quelli con cui siamo cresciuti, che fosse Bowie o i Pink Floyd o i Beatles»

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