Il cacciatore di anime

cacciatore.jpgCacciatore di anime di Jack London, Mattioli 1885, raccolta di due racconti al limite del fantascientifico di Jack London curata da Davide Sapienza, è composta da “The Red One”, apparso postumo nel 1918 nella rivista “Cosmopolitan” e nel 1919, e da “The Water Baby”, scritto otto giorni prima di morire, nel 1916. Dice a proposito Sapienza: ecco come contestualizzare l’opera: “Nel 1916, in meno di sei mesi – gli ultimi sei della propria vita – Jack London prima raggiunge la massima espressione delle proprie intuizioni sull’inconscio con il racconto The Red One, poi, dopo aver letto l’opera dello psicanalista Carl Gustav Jung, scrive The Water Baby. Secondo Earle Labor, uno dei massimi studiosi dell’opera londoniana, questi sono i due racconti junghiani dell’autore californiano. London infatti, pur avendo un rapporto complesso con l’idea stessa di anima, ha abbandonato spesso la visione meccanicista e diversi sono i suoi racconti che escono totalmente dal campo della ‘razionalità’. London, insomma, è un inconsapevole ‘Cacciatore di anime’: solo verso la fine della propria vita (…) cerca di esplorare nuovi territori della mente”.
Bassett – protagonista del “Rosso”, il primo racconto – sta ascoltando il suono. In un luogo lontano e sperduto, tra i villaggi, nella giungla: s’è smarrito, e quel suono potrebbe riportarlo sul suo sentiero. Era un uomo di scienza. Laggiù è un uomo e basta. Non esistono parole o immagini per descrivere la totalità di quel suono. Bassett sta cercando la sorgente: l’origine del suono. Si ritrova a sparare alle ombre, nella foresta. Quel suono è talmente immenso che strugge. È il suono del Rosso. Il Rosso deve per forza esistere, considerando che emette quel suono meraviglioso. E forse rosso non è, ma di un altro colore. Qualcuno lo chiama “Nato dalle stelle”, qualcuno “Cantore del Sole”. Nessuno conosce le sue origini. Soltanto, tutti sanno che esiste.
Bassett promette a uno dei capi dei cannibali aborigeni, Ngurn, la sua testa, pur di vedere Il Rosso. Ngurn risponde che comunque la sua testa sarebbe caduta. Fa poca differenza che viva l’esperienza del Rosso. Che la viva, sembra dirci. Che vada.
È una sfera. Una grande sfera. Un viaggiatore venuto da lontano. Adorato da cacciatori di teste mangiauomini scimmieschi e selvaggi. È un messaggio venuto da lontano, da un altro pianeta. È il messaggero dei mondi. Adesso che l’ha guardato, Bassett è destinato a morire. Nella morte, l’ultimo frammento dell’illuminazione…

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