Il patto dei lupi

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Credo di non aver mai parlato della mia passione per un personaggio dei fumetti che risponde al nome di BVZM (Buon Vecchio Zio Marty)… volevo dire Martin Mystere, (un misto tra Indiana Jones, il prof. Callenger de Il mondo perduto di Conan Doyle e l’Allan Quatermain delle miniere di re Salomone, di H. Rider Haggard e debitore dei divulgatori Peter Kolosimo edErich Von Daeniken, ultimamente un personaggio simile è stato riproposto simpaticamente da Noah Wyle nella serie The Librarian) creato dalla fertile penna di Alfredo Castelli nel 1982, e realizzato graficamente da Giancarlo Alessandrini, Martin Jacques Mystère è un insolito detective: archeologo, antropologo, esperto d’arte, collezionista di oggetti inusuali, uomo d’azione e instancabile viaggiatore, è americano di nascita (vive a New York, in un piccolo appartamento pieno di libri e oggetti curiosi al numero 3/a di Washington Mews), ma si è formato culturalmente in Italia.

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Dopo la mysteriosa morte dei suoi genitori (1965) in un incidente aereo forse provocato dagli Uomini in Nero, ha cominciato a occuparsi dei “grandi enigmi” mai risolti, cioè di quegli enigmi che la scienza “ufficiale” non prende in considerazione e che non sono ancora stati razionalmente risolti, da quelli archeologici a quelli storici, da quelli scientifici o parascientifici a quelli esoterici, spaziando occasionalmente nel campo degli Ufo, dei poteri Esp, della magia.

Nell’ultimo numero in edicola, Il ritorno della bestia (soggetto e sceneggiatura di Alfredo Castelli e disegni degli Esposito Bros),uscito a dicembre, Martin e Java si trovano di fronte nientemeno che la “Bestia del Gévaudan”, protagonista anche di un bel film francese che vi consiglio di vedere, Il patto dei lupi che racconta in forma romanzata la vicenda realmente accaduta.

mm0312.jpgspazio2.jpgSiamo nel 1766; nelle campagne francesi del Gévaudan inizia una lunga serie di assalti a esseri umani e ad animali da parte di una specie di lupo, caratterizzati dalla loro straordinaria violenza. In breve la “Bestia del Gévaudan” è sulle bocche di tutti. In tre anni, infatti, ucciderà oltre 100 persone e i pochissimi sopravvissuti testimoniano le fattezze della bestia. Il re decide allora di mandare il cavaliere De Fronsac a indagare su quegli omicidi. Accompagnato dal suo fido aiutante Mani, il cavaliere inizierà le ricerche e scoprirà la vera natura della bestia.

Anno 2010, in Canada – nella stessa zona che, poco prima della comparsa della belva in Francia, era stata teatro del sanguinoso conflitto franco-inglese – si scatena una nuova carneficina. La Bestia è dunque ritornata? Perché proprio ora? E per quale ragione si trova nel continente americano? Spetta al Detective dell’Impossibile scoprire le insospettabili risposte..

Ancora oggi, la vera identità della bestia è poco chiara. Per molti si trattò di un lupo di sproporzionate dimensioni (55 kg di peso, 80 cm di altezza al garrese e quasi 130 cm di lunghezza, coda esclusa) probabilmente affetto da acromegalia una malattia, esistente anche tra gli esseri umani, che rende la testa e gli arti sproporzionatamente grandi), per altri ancora, si sarebbe potuto addirittura trattare di unserial killer camuffato da animale; all’epoca, si diffuse la leggenda che si trattasse di un lupo mannaro.

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