1164 l’assedio di Rivoli

Giovanna Barbieri, potremmo semplicisticamente chiamarla la risposta italiana a Ken Follet con questo suo 1164 l’assedio di Rivoli (in tutti gli ebook store) anche se l’autrice, della quale seguirà un intervista sempre sulle nostre pagine, si schernirebbe per questo paragone in quanto l’autore inglese è da anni il suo punto di riferimento “un vero mito vivente” dice Giovanna.

Autrice cresciuta amando le grandi letture, prima i classici, poi la fantascienza degli anni d’oro, gli Urania cosmo oro di suo padre per poi sviluppare una grande passione per il medioevo, i libri di Tolkien e Ken Follet, ci propone un accurato ed avvincente romanzo storico ambientato nella Valpollicella del 1164:
Alice, una donna del XXI secolo, dopo un forte temporale si ritrova inaspettatamente nel 1162 in un bosco della Valpolicella. Qui ferita e confusa viene soccorsa da una famiglia di contadini semi-liberi che la conducono allAbbazia del Sacro Cuore di Arbizzano, dove viene curata dalle gentile monache e apprende luso delle erbe medicinali. Una volta guarita soccorre per caso un armigero accompagnato da altri due guerrieri. Questi, credendola una spia di Federico I il Barbarossa, la imprigionano nel sotterraneo del castello di Fumane. La donna, dopo diversi giorni di prigionia, decide di ammettere la sua provenienza (meglio morire di fame o bruciata sul rogo?). Le crede solo il cavaliere Lorenzo Aligari, un monaco Ospitaliere che cela la sua identità. Su richiesta dell’uomo Alice gli insegna a leggere e scrivere. In quel periodo la donna si prodiga anche nella progettazione di un mulino a vento per lestrazione e canalizzazione dellacqua, e su richiesta aiuta il falegname Antonio nella costruzione di un trabucco e pluteo. Nel 1163, accusata di stregoneria dal clero, decide di partire in guerra con il cavaliere Lorenzo, fingendosi uno scudiero. Durante la permanenza al castello di Fumane Alice fa amicizia con Luigi larciere, innamorato della contessina Chiara Aligari, costretta a sposare il ricco duca Borsetti di San Pietro in Cariano; Angelica, nutrice dei nipoti del conte Aligari; Matteo il costruttore; Aliberto, in minatore capo del pluteo, con il coraggioso maniscalco Stefano e Sofia sua sposa, con Francesca, la responsabile delle prostitute che seguono lesercito. Nel marzo 1164 lassedio si conclude. La protagonista vivrà, morirà oppure deciderà di ritornare nel suo tempo?

“Alice aprì faticosamente gli occhi abbagliati dalla luce del sole che filtrava dal fogliame degli alberi e non riconobbe il luogo dove si trovava. L’ultima cosa che ricordava era una passeggiata nei boschi della Valpolicella prima di un temporale. La donna fece perno su un gomito, le girava la testa e si rese conto di sentire un fastidioso odore di bruciato, cercò di mettersi seduta, ma il dolore fu così forte che svenne. Quando si riprese una ragazzina la stava fissando meravigliata, un’ immagine confusa. Alice cercò di parlarle, ma la giovane scappò a gambe levate, come se fosse inseguita da un branco di lupi. Tentò nuovamente di sedersi, questa volta il dolore fu meno intenso e riuscì nel tentativo. Si esaminò il corpo e si rese conto di essere semi-nuda, con i capelli bruciacchiati. A destra sentì dei rumori avvicinarsi e farsi più intensi, forse la ragazzina ha chiamato i soccorsi. In effetti, le riapparve la giovane di prima accompagnata da un ragazzo prossimo alla ventina. Il giovane uomo non sembrava un vigile del fuoco o un medico, l’abbigliamento era strano. La bambina, che non doveva avere più di dodici anni, indossava un vestito lungo, di un tessuto grezzo scadente con maniche lunghe a cono, non si vedevano bottoni o cerniere. Il ragazzo, invece, pareva indossare dei calzoni di panno marroni e una tunica di lanetta verde, fermata in vita da una spessa cintura di pelle, dov’era infilato un coltello, e un mantello di un materiale grezzo gli copriva le spalle larghe. Alice non capì quello che il giovane le stava sussurrando, il dialetto veronese così stretto l’era quasi incomprensibile, non era mai stata tanto brava nei gerghi locali. Con un certo sforzo lui la fece alzare e le mise sulle spalle il mantello. Alice si sentiva debole e fu sopraffatta da un senso di nausea”.

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