True Detective è tornato e anche alla grande.
Ero fortemente scettico che si potesse ricreare l’alchimia e la magia che gli otto episodi dell’anno scorso ci avevano fatto amare così tanto la storia nella quale Rust e Marty si muovevano e invece con questo The Western Book of the Dead (bellissimo titolo) Nic Pizzolatto ci ha stupito ancora una volta.
E’ ancora presto per gridare di nuovo al capolavoro ma devo dire di essermela goduta tantissimo questa prima puntata, anche perchè la recitazione, la sceneggiatura, la regia e la fotografia rimangono sempre ad alti livelli come la prima stagione ci aveva abituato. Anni luce da Sense8, tutt’altro genere ma, questa è la vera America, quella profonda e oscura anche se dal cielo stellato della Louisiana siamo passati alla notte californiana.
Fin dalle 4 locandine cominciamo a conoscere i 4 nuovi protagonisti:
– Colin Farrell (veramente in parte) interpreta il detective Ray Velcoro, corrotto e violento servitore della propria giustizia nella località fittizia di Vinci;
– Vince Vaughn è Frank Semyon, esponente della malavita che sta cercando di condurre in porto un affare legato al settore dei trasporti;
– Rachel McAdams è Antigone Bezzerides, polizia dello sceriffo di Ventura, con una famiglia che non le piace e una vita che non la soddisfa;
– Taylor Kitsch è Paul Woodrough, pattuglia stradale, sotto inchiesta e tormentato da cicatrici esterne e interne.
Il misterioso personaggio di Benjamin Caspere, trovato morto e con gli occhi asportati è la circostanza che mette in contatto i tre poliziotti…
Alla prossima.