San Michele, i sigilli della folgore

in questi giorni ho avuto modo di rileggere l’intera saga di San Michele scritta da Fabio Celoni e Adriana Coppe per Edizioni Star Comics.
Fabio Celoni, grandissimo disegnatore e sceneggiatore, immenso talento italiano che spazia da Dylan Dog alla Disney allora descriveva il progetto con queste parole:

“L’idea nasce nei posti in cui è ambientata, nel Lazio, in una zona interna dei monti Lepini alle spalle della pianura Pontina.
Allora vivevamo lì vicino. Quel giorno avevamo semplicemente deciso di girare un pò per le zone interne, tra i borghi medioevali di cui sono pieni quei monti.
Così siamo capitati in uno di questi vecchi paesi, un posto molto affascinante e piuttosto particolare, con strane caratteristiche.
Ora penso che probabilmente quel posto c’è apparso più strano di quello che era in realtà, semplicemente perché in quel momento eravamo “ben disposti” a notare alcune cose piuttosto che altre, insomma per quel misterioso meccanismo interno che a volte si mette in moto e fa sì che anche il mondo esterno sembri mostrarti “cose nascoste”, o quantomeno parlarti con una voce diversa.
Il “borgo di San Michele” della nostra storia è del tutto immaginario, ma lo spunto iniziale, l’idea che ha dato vita al tutto, ha preso vita proprio tra quei vicoli, mentre eravamo seduti all’ombra di un grosso masso ad osservare una curiosa struttura metallica.
Abbiamo pensato all’intero plot quello stesso pomeriggio, in giro per il paese e sulla strada del ritorno. Anche se naturalmente in fase di scrittura vera e propria l’avremmo modificato sostanzialmente e ampliato, le basi concettuali sono rimaste le stesse.

Come al solito io avevo dietro la reflex, e ne ho abusato abbondantemente.
Molte di quelle foto sono poi servite come spunti di partenza per sviluppare il “nostro” borgo.
A quel punto eravamo ormai coinvolti nel flusso dell’invenzione che stava nascendo, ed è sempre una parte della creazione molto intrigante, divertente e ricca di possibilità di sviluppi diversi, pur se da curare come un bambino molto vivace che vuole esplorare tutto ma che fatica a controllarsi!
Infatti poi bisogna scremare tutto ciò che non funziona o che è superfluo, una parte che molto spesso è maggiore di ciò che si conserva.
Abbiamo poi svolto un enorme lavoro inerente alla creazione del mondo di San Michele, una storia che benché sia ambientata in zone medioevali e rurali (italiane) si svolge nel futuro del XXII secolo.
Abbiamo cercato di dare a quest’ambientazione e ai personaggi che la abitano una coerenza che fosse la maggiore possibile, elaborando un soggetto molto dettagliato, limato più volte nel corso del tempo, costruendo una società plausibile e una dettagliata “storia alternativa”, che ci permettesse di gestire le vicende narrate in modo rigoroso.
Una volta studiati personaggi e ambienti sono poi passato alla loro ricerca grafica, studiando fisionomie, corporature e quant’altro fosse necessario.
Insieme abbiamo pensato ai dettagli di abiti, mezzi, locations, con cura maniacale di tutte le loro caratteristiche. Molte di queste idee e di questi dettagli non potremo neanche inserirli nella storia finale, perché servirebbe un numero di tavole ben maggiore.
Ma è giusto così, qualcosa si deve sempre sacrificare in un racconto, alla fine il numero di 6 ci sembra perfetto per gestire con ritmi giusti la storia, e non “tirarla” inutilmente con riempitivi che poco aggiungerebbero davvero alla narrazione.”