13 Hours: The Secret Soldiers of Benghazi

13 Hours: The Secret Soldiers of Benghazi è un film di Michael Bay: come tale, non è il luogo per domandarsi se sia giusto o sbagliato che l’America reciti il ruolo non richiesto di gendarme del mondo esportando la democrazia nel mondo (ricordo un dialogo illuminante su questo argomento in Black Hawk Down) se sia stato gusto attaccare la Libia e renderla cosi uno dei luoghi più insicuri e dilaniati del mondo o se il fatto di essere presente in forze anche lontano da casa propria sia causa diretta della perdita assurda di molte vite umane, americane e non. Il film è senz’altro girato bene con una giusta dose di tensione che mi ha ricordato per molti versi The Hurt Locker, Zero Dark Thirty e Lone Survivor.

Trama:
Libia, 2012. Jack Silva, bisognoso di qualche guadagno extra, sceglie di imbracciare nuovamente il fucile per i GRS, le Guardie di Sicurezza, corpo di appoggio alla CIA. Arrivato a Bengasi, si trova ben presto al centro di una guerra civile. L’ultimo giorno della sua missione coincide con un attacco, ampiamente pianificato, di terroristi libici alla base segreta americana. Sei agenti della sicurezza americani fronteggiano l’irruzione evitando che il numero di danni e vittime diventi catastrofico.