The neon demon

Film dalla fortissima estetica questo film di Nicolas Winding Refn che ho appena finito di vedere. Durante una discussione sulla bellezza tra Dean, spasimante di Jesse (un’intensa Elle Fanning), e Paul, lo stilista superstar che sembra Tom Ford per cui lei ha da poco sfilato, quest’ultimo dice: “La gente pensa che la bellezza sia tutto, ma si sbaglia. La bellezza è l’unica cosa.“ Parafrasando potremmo dire che per Nicolas Winding Refn l’estetica è tutto. Ogni inquadratura, ogni più piccolo particolare delle luci degli scenari e della scenografia è studiata nei minimi particolari e trasuda di Art house, di Lars von Trier, di David Lynch, di Denis Villeneuve e a mio avviso anche di Quentin Tarantino. Non trattandosi di un film meramente commerciale è il genere di prodotto che si ama alla follia o si odia. Personalmente mi sono divertito a vederlo, ho apprezzato molto l’ironia del regista, che certo, non è alla portata di tutti.
Il film è stato ingiustamente catalogato come horror ma il discorso è molto più ampio, The neon demon tocca temi quali la metanarratività, come provocazione di un mondo fatuo che vive di invidie, dove si desidera la bellezza altrui, se è pura, fino a “cibarsene” non solo in senso metaforico.
Una curiosità, il film è stato girato in ordine cronologico e il finale è stato creato e improvvisato sul set.
Elle Fanning è di una tale bellezza angelica che sembra una bambola per l’intero film, l’intento è voluto, infatti Nicholas Winding Refn ha fatto guardare a Elle Fanning “Lungo la valle delle bambole” (1970) di Russ Meyer per prepararla al ruolo. Keanu Reeves ha una parte non molto estesa ma è di sicuro molto inquietante, come tutto il film del resto.