The great wall

Filmone dal budget enorme per questo primo film della Legendary Pictures dopo l’acquisizione cinese. Indi percui vengono sfoderate tutte le star cinesi a cominciare dal regista, il visionario Zhang Yimou (Lanterne rosse, La foresta dei pugnali volanti, Hero, La città proibita) e dalla bellla Jing Tian. Primo film con cast cinese ma protagonista occidentale, un sempre ottimo Mat Demon (bravo anche Pedro Pascal, l’Oberyn Martell dalla Montagna di The game of Thrones). Ambientato in epoca Ming, il nostro rinascimento, i cinesi sono sempre fedeli all’onore e alla patria, gli occidentali non molto, sarà perchè i cinesi ci vedono veramente così immagino.
Strabiglianti le coreografie militari, gli effetti speciali e tutto il resto ma non è che mi abbia impressionato più di tanto. Il finale poi mi è sembrato troppo frettoloso e anche piuttosto prevedibile.

William e Tovar sono due mercenari europei, in Cina con una missione recuperare un po’ della fantomatica “polvere nera”, antenata della polvere da sparo, e portarla in Occidente (peccato che in occidente ci fosse già a quel tempo, 1530 circa). I due sopravvivono all’assalto di una creatura sconosciuta di colore verde, di cui conservano un arto reciso. Catturati dalle truppe d’élite dell’esercito cinese, finiscono per combattere al loro fianco contro i mostri verdi, denominati Tao tie.
La leggenda narra che, a causa dell’animo corruttibile e avido della razza umana, gli Dei abbiano mandato sulla terra (con un meteorite contro uno dei monti più importanti della Cina) i Tao Tie, creature mitiche simili ai Gargoyle che si dice siano il “quinto figlio” del dragone e che abbia un tale appetito da mangiarsi persino la sua testa. Queste creature, risvegliate ogni 60 anni dalle divinità, avevano come unico scopo quello di attaccare la popolazione cinese al fine di ricordar loro di mantenere un cuore puro e non avido, pena l’annientamento della razza umana.