Cargo (2009)

cargo-movie-poster.jpgParto subito con una provocazione, mi domando perchè in Svizzera si riesca a produrre un gran bel film come Cargo e in italia no, lo trovo assurdo, in ogni caso è inutile farsi del sangue cattivo. Cargo è un produzione svizzera, in lingua tedesca, con la regia di Ivan Engler e di Ralph Etter. Non si tratta di un clone di Alien anche se si svolge su di un astronave, come il recente Pandorum, produzione tedesca) o il bellissimo Sunshine di Boyle, fino al filone dell’esistenzialismo spaziale di Odissea nello spazio, ma anche il recente Moon).

Cargo racconta la storia di Laura Portmann, dottore che si imbarca in una missione di otto anni nello spazio profondo sul Cargo “Kassandra”, stesso nome dell’asteroide o simbologia con Cassandra (figura greca dotata di nefasta preveggenza). Obiettivo del viaggio è portare materiali di costruzione alla Stazione 42, una delle tante piattaforme costruite in giro per la galassia al fine di ospitare la vita umana, visto che la Terra è ormai al capolinea.

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L’umanità vive in condizioni degradanti su delle basi spaziali dove malattie e terrorismo dilagano, unica speranza: guadagnare abbastanza per poter raggiungere Rhea, pianeta bonificato e vero e proprio paradiso extra-terrestre.
Durante il viaggio, l’equipaggio è ovviamente criogenizzato. Ma quando tocca a Laura svegliarsi e fare da custode solitario all’astronave, iniziano a succedere cose strane, per cui l’intero equipaggio dovrà essere risvegliato per indagare. Si scoprirà che c’è dietro una cospirazione.
L’astronave-mondo su cui si muovono i protagonisti non è pulita, ordinata e luminosa come l’Enterprise, ma è anzi chiusa, sporca. I viaggi nello spazio non hanno nulla di affascinante, anzi sono lunghi e noiosi. E freddi, come la lunga notte stellare.

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