Viaggio sentimentale nell’Italia dei desideri

lucca-torre-di-guinigi_01.jpg
Lucca torre Giunigi

qq2.jpg Viaggio sentimentale nell’Italia dei desideri di Vittorio Sgarbi, Bompiani. Chi ha detto che un geek deve leggere solo e sempre libri di informatica e tecnologia?
“Non leggerete in questo libro di particolari teorie sulla tutela dell’arte, ma della consapevolezza piena dei nostri tesori che troppo spesso sono guardati con insufficiente importanza, anche nei luoghi più piccoli. Quasi ogni due chilometri, infatti, girando l’Italia, è possibile ammirare, perfino nei luoghi apparentemente più degradati, spettacoli meravigliosi. Ed è questa quantità di cose misconosciute che rappresenta il percorso dell’Italia dei desideri che è proprio, come dice il concetto, il paese che uno vorrebbe sperare ci fosse. E che c’è, se hai la pazienza di scoprirlo. E che una volta scoperto ti fa trovare qualcosa che va oltre il tuo stesso desiderio. Nell’infinità delle bellezze italiane, allora, lasciati guidare dal senso di incompletezza che ogni tuo viaggio in Italia dovrà affrontare, tali e tanto vaste sono le sue meravigliose opere. Solo il sentimento della continua bellezza potrà esserti di guida in quello che non potrai desiderare di vedere in una vita. Tanto breve il nostro tempo, tanto magnifica la nostra terra”.

qq.jpg Segnalo anche un brevissimo saggio sempre di Vittorio Sgarbi, Il bene e il bello, Bompiani.
In questo piccolo, prezioso libro Vittorio Sgarbi compie una straordinaria incursione nei concetti del bene e della bellezza, traendo spunto dalla grande tradizione dell’Occidente cristiano in materia di sanità e malattia. La cristianità dell’assistenza nasce proprio dall’esigenza, dal dovere morale di curare il malato come farebbe Dio, se Dio potesse farlo veramente. Ma sembra talora che Dio non possa stendere la sua mano, ed è allora che l’assistenza interviene ricreando le condizioni di possibilità di quel miracolo che Dio non può fare. Per quanto riguarda l’architettura, l’autore afferma che l’idea dell’architetto è un’idea filosofica, al servizio di una funzione.
L’architettura non può esistere se non in rapporto alle esigenze reali dell’esistenza umana. Ma non basta che tutto funzioni: occorre anche che una cosa sia bella, che risponda a un’esigenza interiore. Di qui il fallimento del razionalismo architettonico. Bene e bellezza sono in sostanza legati l’uno all’altra: da questa certezza discende un elogio della solidarietà umana, del fare, dell’agire. Il testo contiene anche alcuni pensieri sparsi dell’autore sulla condizione umana, sul senso della vita, sui cambiamenti prodotti dal passare del tempo, sul significato da dare alla malattia e alla morte, sul lavoro, sul potere e la solitudine, sui sentimenti e l’amicizia.
Si respira in queste pagine un’aria di libertà, la libertà di chi sa che la vita deve essere giocata fino in fondo ma di volta in volta, sulla base di singole decisioni. Ed è questo un modo per non far passare mai il tempo, per essere sempre se stessi, come a vent’anni, conservando miracolosamente l’ingenuità e la purezza dell’adolescenza.

Lascia un commento