Internet ci rende stupidi? Come la rete sta cambiando il nostro cervello

Internet ci rende stupidi? Come la rete sta cambiando il nostro cervello di Nicholas Carr, Raffaello Cortina.

Nel luglio del 2008 un articolo pubblicato su “The Atlantic” che portava la firma dello scrittore americanoNicholas Carr innescò una fitta ridda di polemiche e discussioni poiché sosteneva la tesi che Internet stesse riducendo l’abilità di concentrazione dell’uomo.
A più di due anni e mezzo di distanza, Carr pubblica un libro dal provocatorio titoloInternet ci rende stupidi? Come la Rete sta cambiando il nostro cervello, in cui prende ispirazione proprio da quell’articolo per poi svilupparne la tematica.
Nicholas Carr fa riferimento persino a Marshall McLuhan, che in “Galassia Gutenberg” analizzava il rapporto tra uomo e medium: “Internet e i nuovi device influenzano l’uomo e il suo cervello. L’abbiamo visto per l’alfabeto, la stampa, e anche per l’orologio e le mappe”. La rete sta però peggiorando la nostra capacità di rimanere attenti e concentrati, per esempio, nella lettura di un libro, in quanto offre troppi motivi di distrazione.

Ogni giorno navighiamo nel Web, passando da un sito all’altro, a caccia di notizie, documenti, video; controlliamo la nostra casella di posta elettronica, inviamo SMS e non dimentichiamo di inseguire emozioni sui social network più alla moda. La rete rende più rapido il lavoro e più stimolante il tempo libero ma, mentre usiamo a piene mani i suoi vantaggi, stiamo forse sacrificando la nostra capacità di pensare in modo approfondito? Abituati a scorrere freneticamente dati tratti dalle fonti più disparate, siamo diventati tutti superficiali? Che ci piaccia o no, la rete ci sta riprogrammando a sua immagine e somiglianza, arrivando a plasmare la nostra stessa attività cerebrale. Con stile asciutto e incisivo, lontano sia dagli entusiasmi degli adepti del cyberspazio sia dai toni apocalittici dei profeti di sventura, Nicholas Carr ci invita a riflettere su come l’uso distratto di innumerevoli frammenti di informazione finisca per farci perdere la capacità di concentrazione e ragionamento.

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