The Sherlockian: Questo bellissimo libro di Graham Moore uscirà a breve per BUR con il titolo di L’uomo che odiava Sherlock Holmes
Trama: Nel dicembre 1893, i londinesi scoprono con sgomento che il loro idolo, Sherlock Holmes, è stato ucciso: dal suo stesso creatore, Arthur Conan Doyle. Le reazioni vanno dal lutto ai tentativi di aggressione, tanto che Conan Doyle decide di ritirarsi in campagna. Nel 1901, l’autore fa risorgere il suo personaggio, e comincia a pubblicare sullo Strand Magazine “Il mastino dei Baskerville”. Non fornisce spiegazioni, e i suoi diari di quel periodo sono scomparsi. Ai giorni nostri, a New York, durante un congresso di sherlockiani, viene trovato morto il decano degli studi su Conan Doyle, che aveva appena annunciato il clamoroso ritrovamento dei diari perduti. Toccherà al giovane Harold White e alla bella giornalista Sarah Sheldon scoprire i colpevoli di una doppia serie di delitti: odierni e nella Londra del 1900.
Da sottolineare i numerosi omaggi di Moore alla grande tradizione della detective fiction (da Poe alla Christie), l’accuratezza delle citazioni e degli inserti dal Sacro Canone, la precisione nella ricostruzione del metodo d’indagine, l’erudita alternanza dei due diversi registri linguistici e culturali, e soprattutto l’idea veramente originale di interrogarsi, per una volta, non tanto su cosa abbia fatto Sherlock Holmes durante il Grande Iato (ossia il periodo che va dal 1893, l’anno della presunta morte di Holmes a Reichenbach, al 1901, l’anno in cui venne pubblicato Il mastino dei Baskerville), ma su cosa abbia fatto il suo creatore Arthur Conan Doyle.
Quando Conan Doyle spiega a Bram Stoker che vorrebbe essere ricordato per i suoi libri di storia, l’amico gli ricorda che “realism is fleeting. It’s the romance that will leave for ever”. Cioè: il realismo è effimero, mentre il romance (il romanzo, l’avventura, l’immaginazione) vivrà per sempre.