Chi sogna nuovi gerani?

Chi sogna nuovi gerani? Giovannino Guareschi, Bur

Il titolo è l’anagramma del nome “Giovannino Guareschi”. La parola “autobiografia” che compare nel sottotitolo è virgolettata perché il libro in realtà è la raccolta amorevole e minuziosa degli scritti del padre da parte dei figli Alberto e Carlotta. A chi si aspetta dunque un elenco di fatti biografici, bisogna dire che in realtà ci sono più che altro riflessioni, tratte dall’epistolario e da articoli di giornali, pubblicati o meno.

Ci sono diverse parti relative alla prigionia nel campo di concentramento: lo scrittore ci finì perché, dopo l’armistizio, si rifiutò di giurare fedeltà alla Repubblica di Salò. È un’esperienza che lo segna profondamente, ma della quale Guareschi riconosce il valore perché, pur rimanendo pelle e ossa, col grasso se ne vanno tanti pregiudizi e convinzioni superflue, resta l’Essenziale, la fede in Dio. Ma anche un senso dell’onore che non gli farà mai rimpiangere la sua scelta, sebbene le conseguenze non siano state secondarie. Alcuni episodi sono ripresi anche nel Diario dal lager e sono indimenticabili le scene in cui, per combattere la noia disumanizzante della reclusione, chiunque disponga di una conoscenza particolare, si mette in piedi su un tavolo o una panca e tiene una conferenza: si fa dalla letteratura alla biochimica, dalla storia all’astronomia; e i prigionieri, che non hanno niente da mangiare, stremati dalla dissenteria, torturati dalle cimici e dal freddo, si piazzano davanti a questi oratori improvvisati ad ascoltare!

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