Vita e morte di Yukio Mishima

Come dal post precendete si può intuire si ritorna a parlare di Yukio Mishima perchè all’ultimo festival di Cannes è stato presentato il film autobiografico 25 novembre 1970, Il giorno in cui Mishima ha scelto il suo destino di Koji Wakamatsu (2012), Nella parte di Mishima c’è Arata Iura, già protagonista di United Red Army. Ma già nel 1985 era stato girato Mishima di Paul Schrader film diviso in quattro capitoli (“La bellezza”, “L’arte”, “L’azione”, “L’armonia della penna e della spada”). Se ualcuno vuole approfondire la sua vita è utile anche la biografia edita da Lindau.

Vita e morte di Yukio Mishima, di Henry Scott Stokes, Lindau
25 novembre 1970. Il più famoso scrittore giapponese, Yukio Mishima, sa già che quel giorno morirà e si sta preparando con cura. Rasatura impeccabile, uniforme del Tatenokai – una sorta di gruppo paramilitare ultranazionalista e anti-comunista da lui guidato, l’ antica e preziosa spada da samurai al fianco.
La stampa di tutto il mondo impazzisce, e in breve tutti parlano di Yukio Mishima, della sua vita e delle sue opere… Il giornalista Henry Scott Stokes, inviato dall’Asia sia per il Times che per il New York Times, giapponese d’adozione e soprattutto amico personale di Yukio Mishima – al punto che fu il solo occidentale invitato al funerale e l’unico reporter non nipponico a poter seguire le fasi del processo che seguì il putsch del novembre 1970 – racconta la controversa parabola esistenziale, letteraria e politica di una delle figure più importanti della Letteratura del ‘900. Più volte in odore di Nobel, Mishima è oggi l’autore giapponese più tradotto, e probabilmente lo sarà ancora a lungo – se non per sempre. Senza concedere troppo né all’aneddotica fine a se stessa né a pesanti disamine letterarie, Scott Stokes ci mostra il ‘dietro le quinte’ di un uomo tormentato e geniale, mai a suo agio con il mondo che lo circondava e al tempo stesso ebbro delle infinite possibilità offerte dal reale: il poeta e il culturista, il reazionario e l’anticonformista, il sublime cantore di raffinatissime sensualità e il marito borghese piccolo piccolo in odore di omosessualità. Tutte queste figure convivono nel Mishima che emerge da questo saggio, ma nessuna lo fotografa interamente, ne esaurisce le sfaccettature, lo definisce efficacemente.

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