La realtà dell’orco

Silvana De Mari, grandissima scrittrice (qui per leggere un’intervista realizzata da noi tempo fa) e a mio parere tra i più grandi autori fantasy al mondo, erede diretta della tradizione tracciata da Tolkien e Lewis nonchè persona di una tale gentilezza che io nutro per lei un’ammirazione sconfinata ha pubblicato da pochissimo, fine ottobre 2012, il suo secondo saggio, La realtà dell’orco, Ed Lindau (con annesso il DVD della lectio magistralis tenuta al teatro Baretti il 13 gennaio 2012), dopo il bellissimo Il drago come realtà (mentre a questo link trovate tutti gli interventi di Silvana De Mari alla nota trasmissione  Melog di Gianluca Nicoletti su Radio 24).

Sono esistite civiltà che non hanno avuto la ruota, ma nessuna può sopravvivere senza storie. Le storie infatti sono l’unico mezzo che abbiamo per stemperare la ferocia dell’uomo, per tollerare l’orrore. La narrazione ascoltare il cantastorie, leggere un romanzo, vedere un film, raccontare una fiaba – modifica i nostri neurotrasmettitori, e diventa il più potente mezzo di condivisione e quindi di comunicazione che possa esistere. Nascosta nella narrazione fantastica c’è la reale magia dell’uomo e ci sono secoli e secoli di dolore, perché, quando qualcosa è troppo atroce per poterlo affrontare, lo nascondiamo lì, dove, protetto dall’ambientazione irreale e dal lieto fine, diventa finalmente sostenibile.
È nelle fiabe, è nei racconti con gli elfi, i nani, le streghe, i maghi e gli orchi che è contenuta la spiegazione della follia europea, del nostro omicidio-suicidio: dopo aver sterminato il popolo ebraico, l’Europa si innamora del proprio nemico storico, si inventa una possibilità di convivenza e spalanca le porte all’invasione islamica. Ma per fortuna nel fantasy c’è la risposta a tutto questo. Gli orchi saranno salvati, perché anche loro sono fratelli. La libertà e la giustizia prevarranno, perché ci sono Gandalf e Harry Potter a battersi, e vinceranno.

“Gli orchi esistono. Gli orchi sono coloro che uccidono intenzionalmente i bambini e mostrano fierezza per l’assassinio. Gli orchi sono coloro che insegnano ai propri figli come il massimo dei destini possibili sia sterminare anche a costo della propria vita, perché gli orchi odiano la vita, la disprezzano, anche la propria. Gli orchi hanno per i popoli liberi l’odio che i nati morti hanno per i vivi e i nati servi hanno per i liberi. Gli orchi esistono e devono essere fermati”

Silvana De Mari ci ha inviato e dato il permesso di pubblicare il bellissimo capitolo dedicato a Harry Potter. Buona lettura:

La grande letteratura fantasy è stata fondata da Tolkien e Lewis che ci hanno verbalizzato, scritto e sottoscritto, che hanno messo nei loro libri i valori della spiritualità biblico evangelica che erano stati ovunque rinnegati. Nella autobiografia “Sorpreso dalla gioia” Lewis raccontò con queste parole il miracolo del cambiamento avvenuto in lui:

“Durante il trimestre della Trinità del 1929 mi arresi, ammisi che Dio era Dio e mi inginocchiai per pregare: fui forse, quella sera, il convertito più disperato e riluttante d’Inghilterra. Allora non mi avvidi di quello che oggi è così chiaro e lampante: l’umiltà con cui Dio è pronto ad accogliere un convertito anche a queste condizioni. Per lo meno, il figliol prodigo era tornato a casa coi suoi stessi piedi. Ma chi potrà mai adorare adeguatamente quell’amore che schiude i cancelli del cielo a un prodigo che recalcitra e si dibatte, e ruota intorno gli occhi risentito in cerca di scampo? Le parole compelle intrare, obbligali ad entrare, sono state così abusate dai malvagi che a sentirle rabbrividiamo ma, opportunamente comprese, scandagliano gli abissi della misericordia Divina. La durezza di Dio è più mite della dolcezza umana, e le Sue costrizioni sono la nostra liberazione.” (Sorpreso dalla gioia, Milano 1997, pag. 166)… prosegui la lettura

Lascia un commento