X-Men – Giorni di un futuro passato

Reduce da questo meraviglioso film ricordo quando ancora quando in una fumetteria specializzata anni fa si accese una fitta discussione su come sarebbe stato bello se questa saga cartacea fosse stata portata al cinema. Erano altri tempi e ancora il primo episodio di X-men non era ancora stato realizzato, ricordo come fosse adesso che tutti eravamo d’accordo che per il personaggio di Wolverine l’attore ideale fosse Jack Nicholson… di sicuro altri tempi di sicuro anche perchè Hugh Jackman ha dimostrato nel corso degli anni di aver saputo rivestire il personaggio talmente bene da far dimenticare che il Wolverine cartaceo è più basso di lui di almeno 30 centimetri.
Percui immaginate quanto, per un grande fan degli X-men come me (e altri miei cari amici), sia come un sogno vedere i personaggi amati da ragazzo su grande schermo in un film altamente spettacolare come questo.

Dopo il bellissimo X-Men – L’inizio il ritorno di Bryan Singer in cabina di regia è la dimostrazione che questo film è stato studiato in ogni piccolo particolare. In nome di una ragione superiore sono quindi consentite alterazioni sensibili alla trama, con vistosi ellissi narrative rispetto a X-Men – Conflitto finale: il Professor Xavier è vivo, Magneto ha nuovamente acquisito i propri poteri e i due hanno sorprendentemente seppellito l’ascia di guerra, ritrovando l’antica amicizia. 
La minaccia delle Sentinelle del futuro, un mix tra le seppie implacabili di Matrix e il T-1000 di Terminator 2 (di metallo liquido) induce i mutanti a uno stratagemma temporale estremo.

Dal più tipico dei futuri distopici, tetro e privo di luce solare debitrice di troppo cinema di fantascienza (da Matrix a Terminator appunto) e priva di una personalità propria adeguatamente definita – si passa a degli anni Settanta fortemente caratterizzati. Un decennio dalle forti turbolenze politiche da Nixon alla fine della guerra in Vietnam. 
La gustosa citazione di uno degli episodi cardine della serie originale di Star Trek – The City on the Edge of Forever, noto in Italia come Uccidere per amore, prototipo narrativo della possibilità di alterare il futuro viaggiando nel passato e del butterfly effect – rappresenta in fondo un easter egg molto simpatico. Due i momenti da ricordare: le evoluzioni ipercinetiche del fantastico Quicksilver (futuro acquisto del team The Avengers nel prossimo film dei vendicatori) nella riuscita evasione di Magneto e l’assalto delle sentinelle del futuro, trionfo della CGI. Due anni ci separano dal prossimo X-Men: Apocalypse, un mutante nato nel 3000 a.C. nell’antico Egitto! Alla prossima.

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