The equalizer – il vendicatore

Negli anni Ottanta non mi perdevo una puntata di una serie tv intitolata Un giustiziere a New York con Edward Woodward, The Equalizer (il cui sottotitolo Il vendicatore non rende giustizia alla natura equanime del personaggio) ha per protagonista un uomo di età prepensionabile dall’apparenza innocua (i colleghi giovani al supermercato del fai da te lo chiamano “nonno”) e dalla sostanza assai pericolosa.
Denzel Washington assicura al ruolo il suo talento d’attore e il suo carisma, evidente soprattutto nella profondità dello sguardo che diventa il centro visivo ed emozionale della storia, nonché il porto d’accesso per molti dei virtuosismi registici cui Fuqua, abilissimo dietro la cinepresa, si abbandona con gioioso entusiasmo.

McCall è un equalizer, ovvero uno che vuole riportare l’ordine ristabilendo l’equilibrio di giustizia laddove è stato violentemente alterato. Come John Wick e Bryan Mills, McCall è un uomo che rimasto vedovo conduce un’esistenza tranquilla che nasconde però un passato da killer implacabile.
Il caso vuole che tutti è tre entrino in contrasto con la mafia russa…si sa che gli americani hanno un perenne bisogno di nuovi nemici.

Trama:
Robert McCall è un ex agente della Cia che lavora come impiegato presso un supermercato del fai da te. Vive in solitudine monastica in un appartamento spoglio e ogni sera cena da solo al diner sotto casa. È lì che incontra Alina, una prostituta russa adolescente tiranneggiata dal suo magnaccia Slavi. Quando Alina finisce in ospedale per via delle botte di Slavi, Robert rispolvera il suo istinto omicida: partendo da Slavi e la sua gang risale la scala gerarchica del crimine russo, imbattendosi nello psicopatico killer Teddy e nel suo capo Vladimir Pushkin (la cui assonanza con il presidente Putin, per ammissione del regista Antoine Fuqua, non è puramente casuale).