Il ponte delle spie

Tra tutti i grandi registi che amo Spielberg è quello con cui sono letteralmente cresciuto. Penso di avere visto tutti i suoi film al cinema dai tempi di Incontri ravvicinati del terzo tipo, si parla percui del 1977. A mio parere è il più grande per mille motivi ma ci sono alcuni tratti distintivi che adoro dei suoi film quando è presente Tom Hanks ed è l’umanità e l’integrità dei suoi personaggi. C’è un tratto che accomuna il Capitano John Miller di Salvate il soldato Ryan, l’agente dell’FBI Carl Hanratty di Prova a prendermi, il Viktor Navorski di The terminal e l’irreprensibile avvocato James Donovan ed è l’integrità, la bontà d’animo e il rispetto delle regole.
Ma ancora più di Tom Hanks colpisce la grandissima interpretazione dell’inglese Mark Rylance nei panni della spia sovietica Rudolf Abel, una capacità attoriale che merita l’oscar (“Ma non è preoccupato?” “Servirebbe?”).
Che dire poi della sceneggiatura firmata dai fratelli Coen, eccezionale in tutte le sue parti a delineare l’avventura eroica di questo eroe normale. Il ponte delle spie è un film che non fa sconti a nessuno russi o americani, che mette in evidenza la spietatezza del bieco regime della DDR che non si fa nessun problema a falciare a colpi di mitra chi cerca di scavalcare il muro ma mette anche il dito nella piaga nel sistema giudiziario americano come anche svela il cinismo dei servizi segreti americani. In un’epoca come la nostra, di sospetti quotidiani, intercettazioni, identificazioni affrettate di un uomo col suo credo, il suo abito o la sua provenienza, Il ponte delle spie è un film di bruciante attualità, profondamente consapevole della dignità della professione artistica e della sua funzione sociale. Pur non avendo visto tutti gli altri film candidati agli oscar per miglior film di quest’anno io spero che se lo aggiudichi questo film a mio parere perfetto. Kudos a Spielberg. Piccola curiosità è la presenza della figlia di Bono degli U2, Eve Hewson, che interpreta la figlia di Tom Hanks.

Trama:
Un avvocato statunitense abitante a New York (nel quartiere di Brooklyn), di nome James B. Donovan, si ritrova al centro della guerra fredda quando la CIA lo incarica di negoziare il rilascio di Francis Gary Powers, un pilota il cui aereo spia U-2 è stato abbattuto in Unione Sovietica, scambiandolo con la spia filocomunista catturata a New York di nome Rudolf Abel. Lo scambio avviene sul Ponte di Glienicke detto il “Ponte delle Spie”, tra Berlino Ovest e Potsdam. Donovan riesce anche a far liberare dalle autorità berlinesi della Repubblica Democratica Tedesca, al Checkpoint Charlie, lo studente statunitense di economia Frederic Pryor, che era stato arrestato per spionaggio dalla Volkspolizei, la polizia della Germania orientale.