Notturno bizantino. La lunga fine di un impero

Notturno bizantino. La lunga fine di un impero di Luigi De Pascalis, La lepre

Forse troppe persone hanno dimenticato che la storia prima o poi si ripete e che dalla storia si devono imparare gli errori commessi perché non vengano ripetuti in futuro. Questo Notturno Bizantino è il secondo romanzo candidato al premio Strega quest’anno a parlare della caduta di Costantinopoli. Non credo sia una coincidenza visto la situazione che l’Europa sta vivendo che due ottimi autori come Paolo Malaguti e Luigi De Pascalis abbiano deciso di scrivere due libri su questo avvenimento che sconvolse il mondo occidentale dell’epoca ma che come dice anche De Pascalis favorì la nascita del Rinascimento.

Non è la prima volta che l’Europa abbandona a se stessa la Grecia e la sua cultura e che la violenza musulmana sorprende l’Occidente. 1507. L’anziano Lucas Pascali racconta la propria vita: l’infanzia a Mistra, mentre saggi e filosofi sognano ancora un mondo nuovo, la gioventù e la maturità nella Costantinopoli degli ultimi imperatori bizantini. Gli studi di medicina, gli amori, i lutti, i sogni del protagonista, che ha il cuore diviso tra due sorelle, s’intrecciano a vite che iniziano e finiscono sullo sfondo ben ricostruito della lunga notte dell’Impero Bizantino, che culminò il 29 maggio 1453 con la caduta di Costantinopoli per mano dei Turchi. Intanto l’Europa, divisa su tutto, ignora le richieste d’intervento bizantine per non compromettere i propri interessi commerciali coi Turchi e il Papa subordina l’invio di aiuti all’unione fra la Chiesa Latina e quella Greca sotto la propria guida. Caduta la città, inizia una lenta e dolorosa migrazione di tanti sapienti, filosofi e scienziati che furono i semi da cui fiorì il Rinascimento europeo. Un romanzo popolato di personaggi, storici o di fantasia, sempre umanissimi e attuali.