Café Society

In questi anni Woody Allen ci ha abituati bene, io sarò anche di parte ma è innegabile che questo regista arrivato alla soglia degli 81 anni anni continui ad emozionarci film dopo film. Negli ultimi anni a mio parere ha fatto solo un paio di passi falsi, con Vicky Cristina Barcelona e To Rome with Love ma per contro ci ha emozionato con Match Point, ScoopMidnight in Paris, Blue JasmineMagic in the Moonlight. L’anno scorso con Irrational Man ci aveva fatto intuire che la sua considerazione nelle persone non è affatto migliorata, anzi. Con questo Café Society prosegue nel suo pessimismo cosmico e ci racconta di un’amore negato, raccontandoci le sue storie di sempre: il cinema, gli anni 30, i gangster, il jazz, le donne, se stesso (Jesse Eisenberg è un’alter ego di Allen) e riuscendo in un’impresa che credevo impossibile e cioè riuscire a rendere affascinante e seducente Kristen Stewart!! Fantastica la fotografia di Vittorio Storaro, tra tra Los Angeles e New York, tra esterni e interni luminosi. Un grande Woody Allen velato di tristezza.