Da noi non può succedere

Da noi non può succedere di Sinclair Lewis, Passigli Editore

E’ notizia di oggi, nell’America di Trump in cima alle classifiche dei libri più venduti si trovano i classici del genere distopico come 1984, Il mondo nuovo, Fahrenheit 451, La svastica sul sole e Da noi non può succedere libro del 1935 appena ripubblicato in Italia.

Da noi non può succedere è l’unico romanzo di Sinclair Lewis che abbia la profondità dei suoi capolavori Main Street e Babbit. È un romanzo sulla fragilità della democrazia e una previsione allarmante, sinistra, di come il fascismo – o meglio, il populismo – possa prendere piede anche negli Stati Uniti. Scritto durante la Grande Depressione, quando gli Stati Uniti poco si curavano dell’aggressività di Hitler, Da noi non può succedere unisce una visione satirica della politica allo spaventoso e possibile avvento di un Presidente che si fa dittatore per ‘salvare’ la nazione
dai nemici, dalla criminalità e dalla stampa libera. Presidente che ricorda molte delle posizioni di Donald Trump. Pubblicato nel 1935, questo romanzo preveggente e scioccante rimane ancora attuale non solo per gli Stati Uniti, ma anche per tutto l’Occidente, dove il populismo sta avanzando. Romanzo quindi ‘politico’, ma godibile per narrazione, personaggi e descrizioni secondo i più alti parametri dei grandi autori e della migliore narrativa americana degli anni Trenta che ha creato il romanzo moderno.

Sinclair Lewis (1885-1951) è stato il primo scrittore americano a vincere il Premio Nobel (1930) «per la sua arte descrittiva vigorosa e per la sua abilità nel creare, con arguzia e spirito, nuove tipologie di personaggi». Grande autore di romanzi quali Main Street e Babbit, nel 1926 vinse il Premio Pulitzer, che rifiutò. Nel suo discorso per il Nobel disse: «In America, la maggior parte di noi, non solo i lettori, ma anche gli scrittori, ha ancora paura della letteratura che non è glorificazione di tutto ciò che è statunitense, un’esaltazione dei nostri difetti così come delle nostre virtù. Oggi gli Stati Uniti sono il più contraddittorio, deprimente, emozionante Paese al mondo».

«Scritto negli anni Trenta, immagina che dopo il primo mandato di Roosevelt vinca l’elezione un fascista: a rileggerlo, quel personaggio è davvero un ritratto impressionante di Donald Trump»