La vendetta di un uomo tranquillo

Ho appena finito di vedere questo thriller tesissimo e sono senza letteralmente senza fiato. Il titolo originale, Tarde para la ira, Tardi per la rabbia rende meglio l’idea.

Pensare che di tratta dell’opera prima di un attore spagnolo, Raúl Arévalo, coprotagonista di quel La isla minima che ha in comune con questo la stessa tensione noir che guarda all’America con i piedi ben piantati nel territorio e nella cultura spagnoli.

Grande regia, vera, sensuale, oscura, l’odissea di un uomo tranquillo che impariamo a conoscere scena dopo scena. Di cui all’inizio non conosciamo lo scopo è che una volta scoperto non potrà che trascinarci in un crudo vortice fatto di lacrime e sangue.

Quella che a mio parere è la buona a notizia è che non c’è bisogno di un grande budget per realizzare un grande film come questo La vendetta di un uomo tranquillo che ha vinto decine di premi, tant’è che nello specifico per questa opera sono stati spesi solo 1,2 milioni di euro, una cifra risibile in confronto a quello che spendono in America anche nell’ambito indi.

Trama:
Curro guidava l’auto della fuga e faceva il palo davanti alla gioielleria in cui i suoi compari stavano compiendo una rapina, ma qualcosa è andato storto e a pagare si è ritrovato solo lui. Fuori dal carcere lo aspetta la compagna Ana insieme al loro bambino, e non sono i soli ad attenderlo al varco. José è un uomo ricco e pacato che da qualche tempo frequenta i quartieri poveri della città…