I am mother

Film notevole questa volta da Netflix.Regia di Grant Sputore su una sceneggiatura di Michael Lloyd Green, interpretato dall’attrice premio Oscar Hilary Swank e dalla giovane Clara Rugaard. Il film è interessante per via del rapporto tra intelligenza artificiale e esseri umani. La trama è questa: Ci troviamo in un bunker sotto terra, un robot (Mother) preleva un embrione da una cultura di ben 16.000. Vediamo crescere una bambina e il robot allevarla come una vera e propria madre. 
Interessante come questo film analizzi un’aspetto che raramente ho visto in altre opere, l’intelligenza artificiale decide di concedere alla razza umana una seconda possibilità (ricreandola da zero) per questo cresce la figlia come una brava persona, in grado di amare gli altri, intelligente e responsabile.
Però per ottenere questo Mother ha sterminato la razza umana (in quanto per lei esseri cattivi e malvagi capaci solo di fare del male attraverso guerre e distruzioni) così come ha ucciso parecchi suoi “figli” prima di decidere che “figlia” fosse quella quella giusta. Una serie di eventi (innescati sempre dall’intelligenza artificiale, come l’incontro con una donna esterna) porterà alla maturazione di “figlia” da bambina a donna in grado di occuparsi non solo del fratello ma di tutti gli embrioni rinchiusi nel bunker.