Sleuth – gli insospettabili

sleuth1.jpgFilm assolutamente ‘GENIALE’. Prendi un divo giovane e talentuoso, Jude Law, che ingaggia con una star più anziana ma ancora carismatica, Michael Caine, un duello verbale, fisico, esistenziale, in nome di una donna contesa, un grande regista inglese, Kenneth Branagh e un premio Nobel (2005 per la letteratura),Harold Pinter, in veste di autore della sceneggiatura, ed acco servito il capolavoro, Sleuth (che può essere tradotto più o meno come segugio/detective).

Sono andato a vederlo in compagnia di Dora e Valentina (le mie adorate colleghe) e il giorno dopo è stato tutto un fare congetture e formulare teorie a rigurado, il finale è decisamente a sorpresa e molte sono le interpretazioni che si possono dare. Il film è tratto da una piéce teatrale scritta da Anthony Shaffer, già trasposta su grande schermo col titolo Gli Insospettabili (1972), e con la regia di Joseph Mankiewicz. Branagh però, ha sempre sottolineato che la loro è un’opera originale, non un remake. Che riprende il testo di Shaffer, seppure attraverso la scrittura senza dubbio creativa di Pinter; ma che, con la precedente pellicola, non ha nulla a che fare.

Tranne che per un particolare, in entrambi i film, Michael Caine interpreta uno dei due protagonisti. Ma non lo stesso: nella versione di Mankiewicz, è il giovane Milo; in quella di Branagh, lo scrittore maturo e di successo Andrew, mentre il suo ruolo precedente viene ereditato, appunto, da Jude Law (qui anche in veste di produttore).
Esaurite le precisazioni ecco la trama: alquanto scarna, rispetto alla ricchezza di dialogo e ai capovolgimenti di fronte a cui assistiamo sullo schermo. Tutto comincia quando nella lussuosa, postmoderna e ipertecnologica villa di campagna di Andrew, qualcuno bussa alla porta: è un attore disoccupato, attuale amante della moglie che lo ha lasciato. Ufficialmente, il giovane Milo è venuto per chiedere al consorte della donna (lei non appare mai, sullo schermo) di permetterle di andare per la sua strada. Ma ben presto le cose, in quella casa isolata, si complicano: e si comincia a comprendere che Andrew vuole avvolgere il rivale in una ragnatela fatta di parole brillanti e trappole mortali.
Un film consigliato a chi non teme le opere cinematografiche di impianto teatrale; e a chi ha voglia di lasciarsi affascinare da una sceneggiatura scritta senza sbavature. Per non parlare della gara di bravura ingaggiata dai due protagonisti, sicuramente in grandissima forma.

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