Le cronache di Narnia: il Principe Caspian

caspian.jpgIeri pomeriggio sono stato al cinema con Faramir e i suoi due bambini più grandi per vedere Le cronache di Narnia: il Principe Caspian, quarto libro del ciclo scritto da C. S. Lewis ma secondo della saga cinematografica.
Il film vale di sicuro il costo del biglietto, è molto spettacolare e presenta molti punti di fedeltà con l’opera cartacea (almeno per quello che posso ricordare), anche se rispetto al libro si tratta chiaramente di un film più per adulti che per bambini, vista la tragicità di alcune scene.

Molti sono i motivi che possono spingere un cultore delle opere degli Inklings (Tolkien, Lewis, Williams & Co) a vedere il film, dato che questa opera presenta molti parallelismi con Il Signore degli Anelli:
– Entrambi i film sono stati girati in Nuova Zelanda (con i suoi paesaggi incantati e mozzafiato), per cui è come essere ritornati nella nostra amata Terra di Mezzo;
– Gli alberi si muovono e combattono come fossero guidati nella battaglia dagli Ent (chiamati anche Pastori degli Alberi);
– Come le fiamme di Isengard vogliono bruciare le foreste, Re Miraz vuole far estinguere tutti gli abitanti dei boschi e raderli al suolo;
– Ci sono molti inseguimenti a cavallo, nella foresta, come quando nella Compagnia dell’anello (il film) Arwen e Frodo sono inseguiti dai Nazgul;
– Un forte torrente d’acqua spazza via i nemici, come nella Compagnia dell’anello, quando il fiume si porta via i Nazgul.

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Grande personaggio del libro, come del film, è il topo Ricipì, guida di dodici topi, che nonostante le loro minuscole dimensioni riescono ad avere un ruolo decisivo nello scontro finale. Il suo ruolo si espanderà nel prossimo capitolo della saga cinematografica, Il viaggio del veliero, dove accompagnerà il Principe Caspian, Lucy, Edmund e Eustace (loro cugino) alla ricerca della terra di Aslan (e qui si veda il parallellismo di Aslan con il Cristo e della terra di Aslan con il Paradiso).

La ricerca non avrà esito ma a Ricipì è concesso di entrare nel regno di Aslan, per attendere, come un guardiano alle porte del Paradiso, i suoi amici. Anche se gli verrà concesso il privilegio di affrontare le forze del nemico nell’Ultima Battaglia. Anche qui si avverte un eco del Vangelo, gli ultimi saranno i primi (come i nostri amatiHobbit del SdA), è la fede semplice che consente al topolino di vedere il Regno di Aslan prima degli altri.

Per ultimo, un accenno al Principe Caspian (che nei libri è chiamato anche Caspian il navigatore). E’ come il giovane Re Artù quando estrae la spada dalla roccia, egli è l’eroe atteso che va ad affiancare Peter e gli altri. Caspian incarna le qualità degli antichi cavalieri medievali, è coraggioso, generoso, un misto tra BeowulfAragorn.

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Trama:
Peter, Edmund, Susan e Lucy a un anno di distanza dagli avvenimenti che li videro divenire regnanti di Narnia frequentano la scuola nella Gran Bretagna impegnata nella Seconda Guerra Mondiale. Un giorno il richiamo del corno li proietta nuovamente nel mondo magico che ben conoscono o, meglio, che credono di conoscere. Perché un anno dei nostri equivale a milletrecento anni in quelle terre in cui, nel frattempo, tutti gli abitanti di Narnia sono stati uccisi o costretti a nascondersi a causa dell’invasione del popolo dei Telmarini. I quali in questo momento avrebbero un legittimo erede al trono, il principe Caspian, il quale è costretto alla fuga perché lo zio, Lord Miraz, vuole ucciderlo per conquistare il potere da cedere in futuro al suo primogenito appena nato. I quattro fratelli Pevensie, aiutati dai sopravvissuti discendenti degli abitanti di Narnia, si mettono in azione per contrastare Miraz e i suoi uomini. Ma non c’è più il leone Aslan al loro fianco o, perlomeno, non lo si vede…

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