Che fine ha fatto Mr. Y?

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“Non muoio. Non che me lo aspettassi sul serio. E comunque, come potrebbe un libro essere maledetto? Le stesse parole – che all’inizio non afferro bene – sembrano semplicemente dei miracoli. Il solo fatto che siano là, che esistano ancora, stampate in caratteri neri su pagine tagliate a mano ingiallite dal tempo, è questo che mi sorprende. Non riesco a immaginare quante altre mani hanno toccato questa pagina o quanti altri occhi l’hanno vista.

Un’introduzione lunga ma che non ammette nessun fraintendimento, questo Che fine ha fatto Mr. Y di Scarlett Thomas, ed. Newton e Compton è un libro che affonda le sue radici nella fantascienza e nel gotico/paranormale (pare che tragga ispirazione addirittura da Matrix e da Alice nel paese delle meraviglie), è stato anche definito un’avventura filosofica, poichè al suo interno vengono citati molti filosofi tra cui John Locke (1632 – 1704) che è stato un importante filosofo britannico della seconda metà del ‘600 e il cui nome è stato dato a uno dei più amati personaggi di Lost.
È stato pubblicato nel 1893, e poi che è successo? Qualcuno l’ha letto davvero? Quando scrisse Che fine ha fatto Mr Y., Lumas era già stato dimenticato. Aveva conosciuto una certa notorietà una trentina di anni prima, e la gente conosceva il suo nome, ma poi tutti avevano perso interesse per lui, decidendo che era matto o in ogni caso un po’ strano. Una volta andò in quel posto nello Yorkshire dove Charles Darwin stava facendo quella che chiamava “idroterapia”: disse qualcosa di villano sui cirripedi, dopo di che diede un pugno in faccia a Darwin. Questo fu nel 1859. In seguito, sembra si sia dedicato ad attività sempre più esoteriche, consultando medium, indagando su avvenimenti paranormali e diventando un cliente abituale del Royal London Homoeopathic Hospital. Pare che dopo il 1880 abbia smesso di pubblicare opere. Poi scrisse Che fine ha fatto Mr Y. e morì il giorno successivo alla pubblicazione, e come lui morirono anche tutti quelli che avevano avuto a che fare con il libro (l’editore, il curatore, il compositore). Da lì la cosiddetta maledizione”. 
E’ tra le mie mani da circa tre giorni e sono verso la settantesima pagina; per adesso mi ha incuriosito parecchio, è innegabilmente scritto bene ma è troppo presto dire se si tratti di capolavoro (come si legge in copertina) o di un enorme pastiche letterario come su molti siti ho letto. In verità molte recensioni comunicavano l’incapacità di comprensione dell’opera oppure il disgusto per ogni tipo di invenzione fantastica contenuta al suo interno (in pratica un rifiuto totale della fantasia e della fantascienza), per cui vedremo, vi terrò informati.

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