E venne il giorno

happening-poster-big.jpegSono riuscito a vedere dopo qualche mese dalla sua uscita, l’ultima fatica di M. Night Shyamalan, E venne il giorno.
Dopo il paranormale Il sesto senso, il fantascientifico The Signs, il fumetto di Unbreakable, il fantastico The village, il fantasy Lady in the water, il regista si cimenta con un nuovo genere, il terrore dilaga in tutto il paese.
C’è qualcosa nell’aria. Qualcosa di impalpabile e indefinito.
Un respiro e si spegne l’istinto di sopravvivenza dell’uomo. In città, sui marciapiedi, nei parchi, sulle strade, la gente si toglie la vita: precipitando da un’impalcatura, sparando un colpo di pistola, pugnalandosi con un fermaglio, lanciandosi sotto un’automobile.
E venne il giorno è tutto questo e molto altro ancora. È un film misterioso e perturbante, saturo di colori freddi, carico di tensione sonora e atmosfere livide. Dentro un clima diffuso di inquietudine, Shyamalan esaspera quella forma di allarme emotivo che si ritrova in ogni sua opera e che anche questa volta prende corpo nei personaggi, immersi in un rammarico che li ha separati da un affetto assoluto e cruciale. Padrone “favoloso” di atmosfere, attori e tecniche di gestione della tensione, Shyamalan pone l’accento su un individuo, il professore malinconico e devoto (alla moglie) di Mark Wahlberg, che compie un percorso di emancipazione dentro un mondo che diventa improvvisamente un’entità estranea e ostile.

E venne il giorno è costruito sul modello tradizionale del racconto fantastico ottocentesco. Lo spettatore è tenuto per buona parte del racconto in uno stato di accorta indefinibilità, tutto quello che di anormale e di incomprensibile si verifica nel mondo degli uomini è l’effetto di un causa sovrannaturale, irrazionale e scientificamente inverificabile. Il “meraviglioso” è dato proprio dallo stato di sospensione che quella indefinibilità genera nella narrazione stessa.
E venne il giorno è un film potente che mette a nudo la solitudine e la paura degli uomini, una distesa di esseri inermi e indifesi in cerca di protezione. Forse è questo il senso del cinema di Mr. Night. L’uomo delle favole.

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