Voci notturne

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Il nuovo ponte Sublicio*, quello di origine romana era di legno
good.gif Voci notturne, eccezionale sceneggiato Rai, ormai di difficile reperibilità, trasmesso in 5 puntate nel 1995, scritto e co-prodotto da Pupi Avati che rilancerà dietro la macchina da presa il bravo Fabrizio Laurenti che nella sua filmografia horror aveva firmato solo apocrifi remake (La Casa 4, Troll 3).
Trama
Il corpo esanime di un ragazzo è trovato dalla polizia sulle sponde del Tevere, in prossimità di un ponte. Si tratta del cadavere del figlio di un ricco industriale che si muove nell’ alta finanza americana. Intanto il migliore amico del defunto inizia ad indagare scoprendo nel computer del morto degli strani disegni e degli appunti sull’esoterismo e le sette. L’autopsia rivela che nel corpo del ragazzo sono state trovate tracce di erbe ed altre stranezze che riconducono all’ipotesi che la sua uccisione sia avvenuto durante una sorta di rito sacrificale. Nel frattempo un detective assoldato dall’industriale viene ucciso e delle strane telefonate arrivano alla famiglia con la voce del defunto, il mistero si infittisce…
La serie raggruppa un attori di buon calibro, Massimo Bonetti e Stefano Accorsi, Lorenzo Flaherty e Stefania Rocca (e addirittura Dario Ballantini); ma anche i complicatissimi sacrifici umani rituali che i sacerdoti del ponte officiavano nell’Antica Roma sul Ponte Sublicio* con i misteri cabalistici della musica di Debussy ; enigmi di password irrisolvibili (la fiction è tecnologicamente molto avanzata e complessa per l’epoca) con le inquietanti figure che abitano la pensione Rosetta sul LungoTevere ; le indagini voodoo di un detective a Saint Louis con la pericolosissima ’Società Teosofica per il Ritorno dello Spirito Originario’.
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E ancora: gli ebrei che collaborarono coi tedeschi indicando i nascondigli degli altri ebrei a Roma durante la Seconda Guerra Mondiale, con le voci dall’oltretomba di figli morti che continuano a telefonare ai genitori ; o quel Norberto Sinisgalli che pare una variazione sul tema del Conte di Saint-German del Pendolo di Foucault di Eco con la Contessa Vallover, la quale aveva una piccola corte esoterica nella Roma anni Quaranta, storpiata e sfigurata in volto dal tetano.
L’ottima regia di Laurenti, la sceneggiatura a dir poco perfetta ed un inquietante colonna sonora firmata Ugo Laurenti (il fratello del regista) ne fanno uno dei migliori film girati per la TV, una rarità per la nostra emittente di stato che mandò in prima serata questo cupo e suggestivo noir in stile Avati.
Voci notturne è stata paragonata varie volte alla famosa Twin Peaks di David Lynch, sia per i temi trattati e l’atmosfera di grande mistero che pervade entrambe le opere.
*Ponte Sublicio:
Dell’antico ponte non resta oggi alcuna traccia, ma la sua ubicazione era all’altezza dell’odierna via del Porto, all’estremità settentrionale del complesso del San Michele.
La tradizione religiosa (originata dalla necessità di poterlo smontare facilmente per esigenze di difesa) prescriveva che non fosse utilizzato altro materiale che il legno. Il ponte era considerato sacro (dal termine pons deriva la designazione di “pontefice” o pontifex) e vi si svolgevano cerimonie arcaiche, tra cui quella del lancio nel fiume degli Argei, o pupazzi di paglia (forse in sostituzione di più antichi sacrifici umani), durante il cerimoniale dei Lemuria.

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