La storia di Lisey

E poi altre volte arrivava un giorno, uno di quelli grigi quando aveva di lui una nostalgia così struggente da sentirsi vuota, non più una donna ma un albero morto, pieno di gelido soffio novembrino. Così si sentì in quel momento, ebbe voglia di urlare il suo nome e urlargli di tornare a casa e il suo cuore soffrì al pensiero degli anni che l’attendevano e si domandò che cosa avesse di buono l’amore se il risultato era quello, anche solo dieci secondi di una sensazione così.

La storia di Lisey di Stephen King, Sperling & Kupfler.
“La storia di Lisey è un libro talmente interiore che il mondo esterno non interferisce mai con ciò che accade nella loro vita. L’idea del libro era che si concentrasse in modo particolare sulla loro esistenza interiore. In questo senso è più una canzone che un romanzo. È come una canzone di musica country. L’idea è sempre stata questa, volevo che sui lettori avesse lo stesso effetto di una bella ballata di musica country. Che facesse un po’ male al cuore. E per riuscirci, non si può deviare troppo dall’idea di base” Stephen King.

Scott Landon era uno scrittore, Lisey Debusher la sua compagna. Due anni dopo l’inizio della sua vedovanza, lei trova la forza di rimettere in ordine le carte del marito. Si rimbocca le maniche, entra nel suo studio, si ripromette di fare in modo che i fans inconsolabili possano avere qualcosa.
Com’è fatto il mondo segreto di uno scrittore strapremiato, adorato dal pubblico e dalla critica? Per venticinque anni Lisey è stata sposata al celebre Scott Landon. Un lungo, stupendo matrimonio con lui – un uomo meraviglioso ma complicato, con una tara nel sangue – e con l’universo di lui, una dimensione proibita ai normali, piena di cose fantastiche ed esaltanti, ma anche letali; di forze che possono risanare o uccidere, in virtù di leggi incomprensibili; il rifugio di un artista geniale e precoce, un Eden vigilato da un serpente inesorabile. Laggiù ci sono colline viola, mari al tramonto, ombre vaganti, tombe, e la “pozza delle parole”, cui attingere a piene mani per creare e illudere… Però ora Scott è morto e la vita di Lisey è uguale a quella di tante altre. Non siamo a Boo’ya Moon, bensì nel prosaico Maine, dove lei affronta il triste compito di svuotare il gigantesco studio del marito, con la sua mole di manoscritti. Un gesto innocente, ma che può scatenare le reazioni inconsulte di certi fan un po’ particolari. E non è tutto. Impegnata da una parte a difendersi dagli assalti alla sua persona, Lisey si rende conto, su un altro fronte, di essere come una porta lasciata aperta su quell’altro mondo ai confini tra ragione e pazzia… già intravede – negli specchi, nelle superfici lucide – il muso dell’essere che ha popolato gli incubi del marito, che ora viene per lei…

Lascia un commento