Dangerous method

Ho visto l’ultima opera di Cronenberg, Dangerous method, attirato soprattutto in quanto lettore di Jung (L’uomo e i suoi simboli, La sincronicità, Gli archetipi dell’inconscio collettivo) ero curioso del rapporto che lo legava a Freud.

Inizialmente vicino alle concezioni di Sigmund Freud, Jung se ne allontanò definitivamente nel 1913, dopo un processo di differenziazione concettuale culminato con la pubblicazione, nel 1912, di La libido: simboli e trasformazioni. In questo libro egli esponeva il suo orientamento, ampliando la ricerca analitica dalla storia personale del singolo alla storia della collettività umana. L’inconscio non è più solo quello individuale, ma nell’individuo esiste anche un inconscio collettivo che si esprime negli archetipi. Disse di sé: « La mia vita è la storia di un’autorealizzazione dell’inconscio ».

Sinceramente mi è piaciuto il film e tralasciando la perduta e distruttiva storia d’amore tra Jung e Sabina i momenti migliori sono secondo me senz’altro i dialoghi e gli scontri intellettuali tra Jung e Freud. In definitiva Jung Freud e la Spielrein sono state tre personalità fragili in costante ricerca che attraverso alcune illuminazioni hanno contribuito a formare la nostra epoca.

Jung si interessò di paranormale già in gioventù, analizzando i fenomeni della sua cugina medium. Egli stesso condusse analisi ed esperimenti parapsicologici. Era convinto di essere un sensitivo. Nel corso della sua vita ebbe diverse premonizioni e una sorta di visione nel 1913 che annunciava la rovina dell’Europa (la prima guerra mondiale). Sosteneva che i fenomeni paranormali fossero segnali dell’inconscio collettivo, come i sogni sono spie dell’inconscio individuale. Cominciò un lavoro analitico su se stesso, a base di tutta la sua opera, annotando sogni, fantasie e disegnandole anche, in quello che sarebbe diventato il Libro Rosso: non lo pubblicò mai; gli eredi autorizzarono la visione dell’opera solo nel 2001 e la pubblicazione del saggio, di intonazione profetica e ispirato allo stile di Nietzsche, solo nel 2008.

Nel 1920 disse di avere assistito alle manifestazioni di un fantasma e di averlo visto, mentre dormiva (in una sorta di illusione ipnagogica). Jung tendeva a spiegare i fenomeni, più che come manifestazioni di spiritismo, come manifestazioni di alcuni inconsci turbati e particolarmente sensibili; tuttavia ammise che certi fenomeni erano, a suo parere, inspiegabili, avvicinandosi a una posizione possibilista. Cercò sempre di non abbandonare una posizione scientifica. Studiò anche la credenza nella reincarnazione, che interpretava originata dai ricordi dell’inconscio collettivo. Nel 1944 pubblicò Psicologia e alchimia ma in quello stesso anno ebbe un incidente, una frattura e un successivo infarto. In coma visse un’esperienza di pre-morte (un’esperienza extra-corporea e una visione di un luogo luminoso) che descriverà nel suo testo autobiografico Ricordi, sogni e riflessioni:

« Quel che viene dopo la morte è qualcosa di uno splendore talmente indicibile, che la nostra immaginazione e la nostra sensibilità non potrebbero concepire nemmeno approssimativamente…Prima o poi, i morti diventeranno un tutt’uno con noi; ma , nella realtà attuale, sappiamo poco o nulla di quel modo d’essere. Cosa sapremo di questa terra, dopo la morte? La dissoluzione della nostra forma temporanea nell’eternità non comporta una perdita di significato: piuttosto, ci sentiremo tutti membri di un unico corpo. »

Nel 1952 pubblicò gli importanti scritti sulla teoria della sincronicità: secondo questa spiegazione alcuni fenomeni avvengono in modo sincrono senza che vi siano correlazione di causa-effetto, poiché hanno un’origine comune, un fine comune e una comunanza evidente di significato, e sono parte di uno stesso meccanismo del destino. Nulla accade per caso.

Trama:
Zurigo 1904. Carl Gustav Jung ha ventinove anni, è sposato, in attesa di una figlia e affascinato dalle teorie di Sigmund Freud. Nell’ospedale Burgholzli in cui esercita la professione di psichiatra viene portata una giovane paziente, Sabina Spielrein. Jung decide di applicare le teorie freudiane sul caso di questa diciottenne che si scoprirà aver vissuto un’infanzia in cui le violenze subite dal padre hanno condizionato la visione della sessualità. Nel frattempo Freud, che vede in Jung il suo potenziale successore, gli manda come paziente lo psichiatra Otto Gross, tossicodipendente e dichiaratamente amorale. Saranno i suoi provocatori argomenti contro la monogamia a far cadere le ultime barriere e a convincere Jung ad iniziare una relazione intima con Sabina.

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