Le fate dell’ombra

Le fate dell’ombra di George Mac Donald, Bompiani.
Le fate dell’ombra (Phantastes) non è né un fantasy come lo si intende oggi, né una fiaba, ma qualcosa di diverso, lo si può definire come un viaggio sui generis: un viaggio fantastico di esplorazione, di introspezione, di crescita personale, scritto in modo poetico ed evocativo.

Si tratta del primo lavoro in prosa pubblicato da MacDonald. A causa del suo limitato successo di pubblico, MacDonald si vide costretto a modificare il proprio genere di scrittura privilegiando romanzi ‘realistici’. Phantastes, comunque, esercitò una grande influenza sugli autori del genere fantasy delle generazioni successive: come C. S. Lewis che nel suo libro Suprised by Joy dichiarò che la sua immaginazione era stata ‘battezzata’ dalla lettura di Phantastes. Ancora nella propria autobiografia, Lewis dice dell’incontro che fece da ragazzo con il capolavoro di MacDonald:

« Le scorrazzate nei boschi, i nemici spettrali, le donne buone e cattive di quel racconto erano abbastanza vicini alle mie abituali fantasie da affascinarmi senza darmi la percezione di un cambiamento. Fu come se qualcuno mi trasportasse di là da un confine, o come se fossi morto in un paese e non riuscissi a ricordare come fossi risorto in un altro. Perché, in un certo senso, il nuovo paese somigliava esattamente al vecchio. Vi trovai tutto ciò che mi aveva affascinato in Malory, Spenser, Morris e Yeats. Ma in un altro senso era tutto diverso. Non conoscevo ancora (e ci misi molto ad apprenderlo) il nome della nuova atmosfera, l’ombra luminosa che posava sui viaggi di Anodos. Era la santità. Per la prima volta il canto delle sirene somigliava alla voce di mia madre e della mia bambinaia. […] Non avevo la più pallida idea in che cosa mi fossi addentrato comprando Phantastes. »

Tolkien invece scrisse in una lettera «Non sono molto attratto (anzi, direi il contrario) dalle allegorie, mistiche o morali» (lettera 262); «piace tanto a Jack [C.S. Lewis]. Lui è un amante dell’allegoria morale, mentre io la detesto istintivamente. Lui fu risvegliato da Phantastes, io ne fui afflitto e mi lasciò con una profonda avversione» «MacDonald è un predicatore, e non solamente dal pulpito della chiesa; egli predica in tutti i suoi numerosi libri». 

Pochi sanno che MacDonald visse ben 23 anni in Italia, a Bordighera dove scrisse quasi la metà delle sue opere. Lo scrittore era talmente innamorato del piccolo porto ligure che vi fece costruire la sua residenza, “Casa Coraggio”, e la descrisse in un suo libro, Una scossa violenta (A Rough Shaking, a Tale, 1890), che narra i tragici eventi del terremoto del 1877 in quei luoghi. Dopo la morte ad Ashstead (Surrey), il 18 settembre 1905, per suo volere le ceneri vennero traslate a Bordighera nel Cimitero degli Inglesi, dove la moglie già riposava all’ombra di alti cipressi accanto alle figlie Caroline, Grace e Lilia.

Trama:
La storia è centrata sul personaggio Anodos e prende ispirazione dal Romanticismo tedesco. In essa MacDonald dà vita a una sorta di esperienza letteraria onirica, a metà tra la realtà e il mondo fiabesco delle fate, degli gnomi e dei folletti. Il romanzo narra di un giovane che viene proiettato in un mondo di sogno è lì va alla ricerca del suo ideale di bellezza femminile, incarnato dalla “Signora di Marmo”. Il libro è una sorta di viaggio fantastico di esplorazione, di introspezione, di crescita personale. Anodos vive molte altre avventure e tentazioni mentre si trova nell’altro mondo, fino a che egli è finalmente pronto a rinunciare ai suoi ideali. Per i temi trattati e per la storia, Phantastes è una sorta di punto di partenza per il successivo romanzo di MacDonald, Lilith.

Lascia un commento