Sfortunato il paese che non ha eroi. Etica dell’eroismo

Sfortunato il paese che non ha eroi. Etica dell’eroismo, di Simone Regazzoni, Ponte alle Grazie
Questo è libro che probabilmente susciterà polemiche, come prima di lui L’eroe imperfetto di Wu Ming 4, a me interessa come prosecuzione di un percorso iniziato con L’eroe dai mille volti.
Perché scrivere, oggi, un libro sull’eroismo? Perché, diciamo la verità, ci siamo trasformati in una “generazione di femminucce”. Parola di Clint Eastwood. Domanda: ma di quale eroismo stiamo parlando? Risposta: di un nuovo tipo di eroismo. Un eroismo senza una Causa per cui combattere, che non chiede sacrifici per il bene comune, il bene dell’altro, la patria, l’umanità intera. Un eroismo in cui occorre mettere in gioco una sola Cosa: il proprio singolarissimo godimento – sfidando pregiudizi, buone maniere, regole, norme sociali. In altri termini: la Legge. Compito dell’etica dell’eroismo: fare fuori l’idiota della morale, ligio alla Legge e al dovere.

“È contro il buonismo morale, di cui l’idiota della morale è l’incarnazione perfetta, che prende forma l’etica dell’eroismo.
Ma che cos’è un idiota della morale?
L’unica seria minaccia, tra tante paventate, che ossessiona il nostro tempo: ci ammonisce dalle pagine dei quotidiani, ci scrive lettere indignate in forma di libro e non disdegna nemmeno, all’occasione, la telepredica accorat. E ha un solo obiettivo: instillarci vergogna e senso di colpa. L’idiota della morale è il triste risultato dell’addomesticamento moralistico dell’etica e la figura prediletta da una certa cerchia di intellettuali che vorrebbero imporlo quale modello etico universale.”

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