The grey

Un gruppo di persone sopravvissute a un disastro aereo. Certo che c’è chi può non aver visto La tenda rossaTabù (solo per citare due titoli entrambi riferiti a fatti realmente accaduti) o l’amato Lost. Qui non siamo nel campo della serialità e non si fa ricorso al mistero per sostenere l’attenzione ma il lupo, come si sa dai tempi di Esopo, costituisce un archetipo narrativo perfetto per costruire la suspense. Carnahan scrive la sceneggiatura insieme a Ian Mackenzie Jeffers e riesce a disegnare con attenzione psicologica alcuni dei caratteri dei superstiti.
Per altri si lascia invece andare allo stereotipo. Su tutti emerge comunque la forza interpretativa di Liam Neeson che dà grande credibilità a un personaggio che nel lupo vede l’impersonificazione del desiderio di confronto con la morte che lo pervade e che è connesso al ricordo della moglie e a una figura paterna che ha segnato profondamente la sua vita. Se nel complesso il film manca di originalità è in Liam Neeson che può risiedere l’interesse di una visione, come sempre impeccabile la sua interpretazione.
Un’ottima fotografia permette alla natura selvaggia di essere l’altra grande protagonista della storia.
p.s. Consiglio di guardare la scena dopo i titoli di coda.

Trama:
John Ottway lavora in una base dispersa tra i ghiacci. Il suo è un compito particolare: deve difendere i suoi colleghi dai lupi che sono numerosi nell’area. Ottway è però in crisi e sta per spararsi quando proprio la presenza di un lupo lo distoglie dal gesto. Lo ritroviamo, con alcuni colleghi, a bordo di un aereo per fare ritorno a casa ma il velivolo precipita e i sopravvissuti avranno a che fare proprio con i lupi che non hanno certo intenzioni amichevoli.

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