Cinema di fantascienza – tra realtà e finzione

Sofisticati ambienti virtuali indistinguibili dalla “realtà”, progettati e realizzati da macchine intelligenti per ottimizzare la gestione di “risorse umane” o da grandi compagnie per allietare il sonno di ricchi privilegiati sottoposti a criogenesi;
enormi sceneggiature ludiche che programmaticamente confondono il confine tra “frame di gioco” e “realtà”, ed esperienze percepite come reali che si rivelano essere esperienze videoludiche, in un meccanismo di scatole cinesi che sembra potersi moltiplicare all’infinito;
mondi finzionali in cui personaggi “reali” si trovano all’improvviso catapultati, e mondi finzionali costruiti su misura per un personaggio che non sa di essere tale, e vive la sua vita senza sapere dell’esistenza di un regista che la scrive e la mette in scena per milioni di telespettatori. Si saranno riconosciuti, in queste poche righe, alcuni titoli che hanno chiaramente marcato l’uscita dal secondo millennio.
Un gruppo di film nutrito, compatto, facilmente identificabile sulla base dell’efficacia, che si direbbe sistematica, con cui propongono una problematizzazione del nostro senso della “realtà”, della distinzione tra ciò che è (o possiamo considerare) reale (e quindi vero) e ciò che si dà invece come finzionale (e quindi falso, illusorio), della capacità di definire lo statuto del mondo (o, spesso, dei molteplici mondi) in cui ci troviamo ad agire.

Un filone, della fantascienza che più rappresenta i nostri tempi e le complessità a cui è sottoposto l’uomo moderno, temporalmente circoscritto, divenuto chiaramente riconoscibile anche alla luce della significativa mole di studi che l’ha accompagnato, e che si è soprattutto sviluppata, a ridosso dell’uscita stessa dei film, intorno a due snodi: da un lato, il netto delinearsi di un’eredità dickiana, il riproporsi di storie (non necessariamente adattate o direttamente ispirate a racconti e romanzi di Philip K. Dick) che ci raccontano “la realtà” come problema, e dall’altro il dispiegarsi di una riflessione di matrice postmoderna sulla “scomparsa della realtà” e sui simulacri, che, almeno nel caso di Matrix, si amplia ad alcuni temi fondanti della tradizione filosofica. Cosa è umano? Cosa è reale?

Di seguito l’elenco dei film:

Apri gli occhi (Amenábar 1997) 
Atto di forza (Verhoeven 1990) 
Blade Runner (Scott 1982) 
Cambia la tua vita con un click (Coraci 2006) 
Cloud Atlas (Wachowskis 2012) 
Dark City (Proyas 1998) 
Deja Vu (Scott 2006) 
Donnie Darko (Kelly 2001)
eXistenZ (Cronenberg 1999) 
Frequency (Hoblit 2000) 
I guardiani del destino (Nolfi 2011) 
Il seme della follia (Carpenter 1995) 
Il tredicesimo piano (Rusnak 1999) 
Impostor (Fleder 2002) 
Inception (Nolan 2010) 
L’esercito delle 12 scimmie (Gilliam 1995) 
L’invenzione di Morel (Greco 1974) 
Lost Highway (Lynch 1997)
Matrix (Wachowskis 1999) 
Matrix Reloaded (Wachowskis 2003) 
Matrix Revolutions (Wachowskis 2003) 
Minority Report (Spielberg 2002) 
Moon (Jones 2009) 
Oblivion (Kosinski 2013) 
Paycheck (Woo 2003) 
Pleasantville (Ross 1998) 
Screamers (Duguay 1995) 
Se mi lasci ti cancello (Gondry 2004) 
Shutter Island (Scorsese 2010) 
Source Code (Jones 2011) 
The Butterfly Effect (Bress e Gruber 2004) 
The Game – Nessuna regola (Fincher 1997) 
The Island (Bay 2005) 
The Jacket (Maybury 2005) 
The Truman Show (Weir 1998) 
Total Recall – Atto di forza (Wiseman 2012) 
Vanilla Sky (Crowe 2001)