Ave Cesare!

Ave Cesare! è un film dei fratelli Coen a briglia sciolta, un vero spasso per cinefili, un grande ritorno alla commedia brillante tipica di St. Louis Park, al pari di Fratello dove sei e Il grande Lebowski.
Siamo nel 1951, l’età dorata degli Studios, della grande Hollywood e dello star system.
Eddie Mannix (Josh Brolin) è un fixer della Capitol Pictures che in una giornata tipo dovrà occuparsi dell’adozione complicata della diva DeeAnna Moran (ispirata ad Esther Williams stupendamente interpretata da una Scarlett Johansson scurrile e angelica), di cambiare l’immagine del giovane idolo cowboy Hobie Doyle (Alden Ehrenreich) collocandolo in una sofisticata commedia del regista Laurence Laurentz e sentimentale visto che deve avere una relazione pubblica con la coetanea Carlotta Valdez ma prima di tutto deve capire che fine ha fatto Baird Whitlock (George Clooney), più grande star della Capitol Pictures rapita da qualcuno… che viene dal Futuro...

Vai sul set e diventa una star

Eddie Mannix, si muove con l’agilità di chi sa come manovrare la stampa, le due gemelle simili a Edda Hopper interpretate da Tilda Swinton e il candore di chi ama teneramente la moglie (va in chiesa spesso, dove si confessa in continuazione nonostante l’unico peccato che commetta sia fumare sigarette di nascosto dalla consorte). Nel film troviamo anche  Frances MacDormand (moglie di Joel Coen) nei panni della montatrice C.C.Calhoun, un grandissimo Channing Tatum che balla alla Gene Kelly con ammiccamenti gay neanche troppo celati, Jonah Hill nei panni di un contabile. Christopher Lambert (Highlander) nei panni di un regista, Dolph Lundgren (Rocky IV) nei panni del comandante di un sommergibile sovietico e persino Robert Picardo (Star Trek Voyager) in quelli di un rabbino.

Sono davvero pochi i registi in attività forniti di una solida conoscenza di tutti i generi cinematografici e della loro evoluzione nel corso della storia del cinema.
I fratelli Coen fanno di diritto parte di questa ristretta cerchia. Il loro pregio ulteriore è quello di saperli declinare secondo letture che vanno dal dramma di impianto intellettuale alla commedia più brillante. 
Critica corrosiva alla Hollywood moderna guardando al passato, normalmente i Coen non sono mai teneri con i loro protagonisti, con Mannix hanno dimostrato di amare il loro eroe (senza macchia e senza paura), una delle poche volte. Grandissima come sempre la fotografia e il montaggio. Consigliatissimo, ancora di più per i cinefili amanti della storia del cinema.