Mustang

La primavera è arrivita, a maggio ci sarà l’appuntamento con il Festival di Cannes, che quest’anno sarà aperto da Café Society di Woody Allen, per la terza volta, unico regista nella storia e io per prepararmi degnamente inizio la visione dei film che hanno lasciato un segno nella precedente edizione. Parto con Mustang, film selezionato per rappresentare la Francia al Premio Oscar 2015 e presentato con successo alla Quinzaine des Réalisateurs al Festival di Cannes 2015 e vincitore del premio Label Europa Cinemas. Mustang appartiene alla categoria delle opere prime che lasciano ben sperare per il futuro di chi le ha realizzate e quindi del cinema. Deniz Gamze Ergüven si dimostra regista capace di fornire verità ed intensità alla storia che porta sullo schermo pur essendo consapevole di un modello ‘alto’ che l’ha preceduta 16 anni fa, quel Il giardino delle vergini suicide anch’esso opera prima di Sofia Coppola.
La regista turca 37enne Deniz Gamze Ergüven vive in Francia da molti anni ma il legame forte con la sua Turchia la ispira nella stesura di questa storia, drammatica ma con risvolti di commedia, piena di speranza, storia di liberazione femminile nella Turchia conservatrice e maschilista di Erdogan.

“I mustang sono cavalli selvaggi che simboleggiano perfettamente le mie cinque eroine, il loro temperamento indomabile, focoso. E, perfino visivamente, le loro capigliature ricordano delle criniere. Il centro del film è proprio questa energia, che somiglia a quella dei mustang del titolo”

In un villaggio costiero turco la giovane Lale e le sue sorelle maggiori Nur, Ece, Selma e Sonay festeggiano la fine dell’anno scolastico anche se la ragazza è dispiaciuta perché l’insegnante che lei maggiormente apprezza l’anno successivo eserciterà la sua professione ad Istanbul. Le sorelle si recano in spiaggia con un gruppo di studenti maschi e lì giocano, completamente vestite, a combattere in acqua a cavalcioni sulle spalle dei maschi. La notizia dello ‘scandalo’ viene immediatamente comunicata alla loro nonna che le punisce ma la punizione più dura arriverà dallo zio (i genitori sono morti) il quale decide di recluderle in casa affinché non diano più scandalo. Per sistemare ancor meglio le cose si dà il via alla ricerca di possibili pretendenti per matrimoni combinati che restituiscano alla famiglia l’onorabilità.