Il film che ho visto ieri, Fai bei sogni, riduzione cinematografica di Marco Bellocchio del vendutissimo libro di Massimo Gramellini è un film molto particolare. Un film molto intimo, senza particolari guizzi ma destinato almeno nel mio caso a rimanere sottopelle. Il film parla di un dolore, forse il dolore più grande che un bambino possa sopportare, la perdita della madre. Oltretutto il protagonista, lo stesso Gramellini scoprirà la verità sulla scomparsa della madre solo parecchi anni dopo. Non per niente Bellocchio imposta il film come una sorta di detective story ambientata a Torino e che spazia dagli anni 60 agli anni 90. Troviamo Gramellini inviato di guerra in Jugoslavia oppure rendere omaggio ai caduti del grande Torino sulla collina di Superga. Nel mezzo troviamo quell’ipocrisia insita della borghesia italiana volta a negare tutto, a eliminare tutto quello che mette a rischio la reputazione di una famiglia. Menzione speciale tra gli attori a Valerio Mastrandrea molto in parte e a Barbara Ronchi nei panni della madre di Gramellini. Vedendo il film ho avuto voglia di leggere il libro.
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