La torre nera

«L’uomo Nero fuggì nel deserto e il pistolero lo seguì». Questa è la criptica prima riga della saga cult di Stephen King “La torre nera”, che unendo il fantasy tolkeniano all’horror, passando per il Western de il buono il brutto è il cattivo ed i riferimenti al ciclo arturiano (le pistole forgiate da Excalibur possono essere un esempio di questo mix), rappresenta la summa del re.

Il regista danese Nikolaj Arcel è gli sceneggiatori si trovano di fronte all’enorme difficoltà di scegliere come condensare 8 tomi in un film di 90 minuti… e fior fior di registi avevano gettato la spugna tra i quali J. J. Abrams e Ron Howard. Si sceglie percui di raccontare la conclusione ma in questo modo, ripeto, in soli 90 minuti è tutto troppo veloce, vorremmo saperne di più ma non è possibile senza contare che tutto accade senza pathos, peccato perché credo che sia il primo film con Idris Elba o con Matthew McConaughey che non solo non mi è piaciuto ma che è ovvio essere inadeguato rispetto al testo di King.
Peccato, questa trasposizione non è stata all’altezza di IT, sembra che potrebbe seguire una serie tv. Speriamo che questa volta venga rispettata l’aspetto del pistolero che da sempre è stato rappresentato come un clone di Clint Eastwood,
anche se devo dire che Idris Elba è stato bravo come al solito.