Bird Box

Malorie, incinta al nono mese, è tra i pochi sopravvissuti a una serie di suicidi di massa che ha decimato la popolazione mondiale. Barricata in una casa insieme ad altre persone, la donna cerca di elaborare una strategia per sopravvivere in un mondo in cui basta tenere gli occhi aperti per morire. Una madre deve portare in salvo i suoi due bambini. Lo deve fare sapendo di non poter contare sulla vista, lo deve fare bendata. Anche i suoi bambini sono bendati (“Se ti levi la benda, muori. Se guardi, muori. Hai capito?”). Insieme, questi tre individui fragilissimi e ciechi devono navigare lungo un fiume, affrontarne le rapide, penetrare un bosco, combattere a colpi di remi, mazze, cazzotti, coltelli e oggetti di fortuna contro nemici naturali e sovrannaturali. Qualcos’altro? Volendo, sì. Anche se il cuore del film è tutto qui.

Distribuito da Netflix (una sorta di risposta al film A quiet place), girato dalla danese Susanne Bier e tratto dall’omonimo best seller del talentuoso Josh Malerman, Bird Box è un thriller teso a ottenere il risultato netto per cui viene cliccato: spaventare, senza l’amplificazione della sala e la suggestione del grande schermo, lo spettatore.