Raised by Wolves – Considerazioni finali

Ho terminato le 10 puntate della prima stagione di Raised by Wolves e adesso posso tirare le somme. Due giorni fa ho pubblicato un post provocatorio su Twitter dove sostenevo che insieme a Devs di Alex Garland (serie ancora inedita in Italia di cui parlerò a breve) la serie prodotta da Ridley Scott fosse il sintomo della fantascienza che risorge dall’oblio, perlomeno nelle serie tv. Mi riferivo al fatto che negli ultimi hanno vengono proposti parecchi format a uso e consumo di un target giovanile (young adults) modello I 100 e la fantascienza adulta, soprattutto quella spaziale o quella aliena di esplorazione di altri mondi sia ormai sparita da svariati anni sugli schermi tv. Abbiamo avuto una serie come la citata Outcasts serie del 2011 della BBC che meritava più fortuna ma niente altro. 

Mi è stato fatto notare da Giovanni De Matteo (scrittore di scifi che apprezzo molto, twitter.com/NovaXpress?s=09) che negli ultimi 20 anni abbiamo avuto serie fantastiche che anche io ho amato come: Batterstar Galactica, la più fantastica serie spaziale mai prodotta, del 2004, Life on Mars e Torchwood erano tra le mie preferite entrambe del 2006, Doctor Who che secondo me ha avuto il suo apice con David Tennant nel 2005, Fringe meravigliosa serie del 2008, Westworld del 2016 ma solo la prima stagione è ad alti livelli, Mr Robot una vera perla ma quanti l’hanno seguita per tutte e 4 le stagioni? Legion, del 2017, l’ho adorata anche perché sono un grande fan degli X-Men ma anche questa è stata molto di nicchia e ascrivibile al genere supereroistico. Abbiamo in totale un’epopea spaziale, due serie sui viaggi nel tempo, uno spin off del Doctor Who di genere thriller/azione, una serie che esplora la relazione uomo macchina come pure faceva Battlestar Galactica, un thriller fantascientifico con hacker e una serie supereroistica. Ripeto tutte molto belle ma nessuna serie tv recente simile a Raised by Wolves.

Quelle menzionate da Silvio Sosio (Giornalista direttore di Robot (di cui sono da, anni lettore) e fantascienza.com, twitter.com/esseasterisco?s=09) sono decisamente meno nelle mie corde: The Expanse è una space opera che ammetto non mi ha fatto impazzire, The Orville e Dark del 2017 sono belle, ho apprezzato molto la seconda, The Man in the High Castle del 2015 tratta dal famoso libro di Philip K. Dick mi è piaciuta parecchio, For All Mankind una serie di storia alternativa alla corsa allo spazio è ben realizzata, Picard purtroppo per me è stata una delusione totale serie e ha uno dei più brutti finali della storia. Percui abbiamo una space opera investigativa, una parodia di Star Trek che è decisamente meglio dell’ultimo Star Trek Discovery, una serie sui viaggi nel tempo, due ucronie e uno spin off di Star Trek.

Nessuno di questi prodotti assomiglia a Raised by Wolves che effettivamente è una serie molto articolata e complessa perché affronta il tema fede ragione con addirittura lo scatenarsi sulla terra di una guerra tra credenti e atei, perché affronta il tema caro a Ridley Scott dell’umanità degli androidi e del rapporto con i loro creatori, inoltre è una sorta di mistery alla Lost, perché abbiamo dei naufraghi con presenze soprannaturali su di un pianeta alieno, Kepler 22 b,l. Lo scopo dello sbarco degli androidi è la salvaguardia del genere umano percui si genera anche una riflessione sul rapporto tra Madre e Padre, i due androidi e i loro “figli” umani,in per concludere non poteva mancare una sorta di alien e qui mi fermo per non spoilerare troppo… Percui abbiamo Ridley Scott al 100%, il regista che più di tutti ha forgiato l’immaginario fantascientifico degli ultimi 40 anni con la saga di Alien e Blade Runner. I sui temi cari, derivati dalle sue opere più famose ma riproposti in una nuova confezione che mi ha intrigato parecchio. Il mio giudizio finale è che si tratta di una serie ottima che nel finale, gli ultimi 20 minuti, scricchiola in un paio di avvenimenti e ingenuità, che però nella seconda stagione già confermata possono essere risolti.

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