Lynch. Il ridicolo sublime

Lynch. Il ridicolo sublime di Slavoj Zizek, Mimesis ed.
Dello stesso autore, filosofo Sloveno, sono da leggere anche Hitchcock. È possibile girare il remake di un film?, Tarkovskij: la cosa dallo spazio profondo e The matrix dello stesso editore.

Nello scorrere nel suo caleidoscopico universo David Lynch ci mostra come l’unità psicologica di una persona si disintegra da un lato in una serie di stereotipi e comportamenti rituali, dall’altro in esplosioni di un Reale crudo e brutale, dotato di energia psichica insopportabilmente intensa e (auto) distruttiva. Le apparizioni di angeli alla fine di Fuoco cammina con me e di Cuore selvaggio, o il sogno del pettirosso alla fine di “Velluto blu”, seppure scene tra le più pateticamente ridicole, vanno prese sul serio. Così come le figure malvagie eccessivamente violente quali Frank in “Velluto blu”, Eddy in “Strade perdute”, e il Barone Harkonnen in “Dune”. L’opera cinematografica di Lynch, con il suo estremo onirismo, consente a Slavoj Zizek un ritorno perturbante sui temi prediletti della sua riflessione, in particolare sull’oscenità del reale e il “ridicolo sublime”.

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