About time

Premetto che questo film è un piccolo gioiello, mi è piaciuto moltissimo, sopratutto il personaggio del padre di Tim, l’attore inglese Bill Nighy, un’interpretazione che ho trovato molto intensa e piena di sensibilità e una deliziosa Rachel McAdams che ad ogni sua interpretazione è sempre più brava.
Un grazie sentito a Richard Curtis che ha al suo attivo, come sceneggiatore, diversi successi assoluti della produzione britannica. Basterà ricordare il personaggio di Mr.Bean oppure riandare con il pensiero ad alcune delle mie commedie inglesi preferite Quattro matrimoni e un funerale, Notting Hill e Il diario di Bridget Jones per comprendere quanto la sua sia una firma di assoluto rilievo.
Come regista, il pubblico italiano lo ricorda per Love Actually del 2003; manca quindi dai nostri schermi da dieci anni, anche se nel frattempo ha diretto I Love Radio Rock. Il suo è un ritorno che si potrebbe definire rischioso perché l’utilizzo dei salti temporali nel cinema non è certo originale. Curtis però decide di muoversi su un piano differente. Tim non è l’utilizzatore di una macchina del tempo alla Wells e neppure un epigono dell’americano alla corte di re Artù nato dalla penna di Mark Twain.
I suoi sono piuttosto dei ‘ritorni al futuro’ il cui arco temporale ristretto consente al protagonista di tentare di sistemarsi la vita grazie alla consapevolezza acquisita in precedenza.
La prima parte, grazie alla sorpresa narrativa e all’utilizzo che ne viene fatto, è decisamente brillante e inanella situazioni che divertono in modo intelligente. Da un certo punto in avanti prevale però la romantic comedy che vede rispettati tutti i suoi ‘luoghi’ più convenzionali. Anche in questa parte non mancano le accensioni, ivi compreso un possibile detour che potrebbe portare alla rottura della coppia, ma tutto finisce con lo scorrere su binari molto più definiti e noti. Il tutto però raccontato e diretto con una sensibilità veramente rara e per niente banale.

Torta: Tim ha 21 anni, ed è un ragazzo piuttosto impacciato, quando apprende da suo padre che tutti gli uomini della sua famiglia hanno un dono particolare. Se si chiudono in un luogo in cui nessuno può vederli e stringono con forza i pugni possono fare dei balzi indietro nel loro passato potendolo così modificare per poi tornare al presente. Tim decide di utilizzare subito questo ‘potere’ per cercare di trovare una compagna. A un certo punto l’obiettivo diventa Mary, conosciuta in un ristorante al buio, ma quando i giochi sembrano fatti, un errore nel passaggio temporale sembra rimettere tutto in discussione.

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