Magic in the Moonlight

Ogni anno da parecchi anni, dal 1995, ho un appuntamento fisso al cinema con un film di Woody Allen, e io forse andando controcorrente penso che difficilmente sbagli un colpo. Certo dovendo scrivere e poi dirigere un film all’anno magari non sempre dei capolavori ma opere sempre molto piacevoli e di cui conservo un ottimo giudizio. Con lui la magia del cinema si ripete quasi ogni volta, negli ultimi anni solo To Rome with love mi ha lasciato veramente insoddisfatto.

La dea dell’amore (1995), Tutti dicono I Love You (1996), Harry a pezzi (1997), Celebrity (1998), Accordi e disaccordi (1999), Criminali da strapazzo (2000), La maledizione dello scorpione di giada (2001), Hollywood Ending (2002), Anything Else (2003), Melinda e Melinda (2004), Match Point (2005), Scoop (2006), Sogni e delitti (2007), Vicky Cristina Barcelona (2008), Basta che funzioni (2009), Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni (2010), Midnight in Paris (2011), To Rome with Love (2012), Blue Jasmine (2013), Magic in the Moonlight (2014)

Berlino, 1928. Wei Ling Soo è un celebre prestigiatore cinese in grado di fare sparire un elefante o di teletrasportarsi sotto gli occhi meravigliati di un pubblico acclamante. Ma dietro la maschera e dentro il suo camerino, Wei Ling Soo rivela Stanley Crawford, un gentiluomo inglese sentenzioso e insopportabile che accetta la proposta di un vecchio amico: smascherare una presunta medium, impegnata a circuire una ricchissima famiglia americana in vacanza sulla riviera francese. Ospite dei Catledge sulla Costa azzurra e sotto falsa identità, si fa passare per un uomo d’affari; Stanley incontra la giovane Sophie Baker ed è subito amore. Ma per un uomo cinico e sprezzante come lui è difficile leggere dietro alle vibrazioni di Sophie un sentimento sincero.

I riflettori in questa che potrebbe essere tranquillamente una pièce teatrale, ambientata tra la costa azzurra e la Provenza, vede due attori molto diversi tra loro come Colin Firth ed Emma Stone ma proprio su questa differenza gioca la puntuale sceneggiatura di Allen che costruisce una storia veramente godibile che trasuda bellezza, dalla regia alla fotografia, radiosa e en plein air come un quadro impressionista. La sua visione mi ha donato la stessa gioia che mi diede due anni fa Midnight in Paris con uno stralunato Owen Wilson.
Speriamo che Dio ci conservi per molti anni ancora l’ottantenne scettico e finto burbero Allen, sarebbe strano un natale senza un suo film.