Words and Pictures

Una guerra tra la potenza delle parole e quella delle immagini che si fronteggiano a colpi di fendente per ribadire che è proprio la loro unione che rende possibile la magia del cinema.

Jack Marcus ama le parole, la letteratura, l’insegnamento e la vodka. Da anni non scrive più poesie e consuma sempre più bottiglie, al punto che il suo posto di lavoro viene messo in discussione dall’azienda scolastica e dovrà passare dal processo dei colleghi. Dina Delsanto è l’ultima arrivata del corpo docente, artista figurativa molto nota, è stata confinata dietro alla cattedra da una malattia degenerativa che le rende sempre più difficili i movimenti degli arti. Tra Marcus e Del Santo è subito guerra ed è subito amore.

Clive Owen calibra alla perfezione il suo ruolo, nelle esagerazioni e nei limiti, senza far trasparire il percorso. Juliette Binoche, pur credibile e in parte, porta in scena la ricerca del personaggio, la costruzione della personalità, ma ci si mette davvero tutta, abilità pittoriche comprese (suoi i dipinti del film, realizzati per l’occasione).

Il film non parteggia. Lo si potrebbe pensare sbilanciato sul versante della parola, ma i dialoghi – punto di forza- sono debitori di altri scritti, mentre sul versante visivo il film si fa museo piuttosto che laboratorio, limitandosi ad esporre. Non è certo il primo film sulla scuola, ma pur non toccando i vertici o l’intensità de L’attimo fuggente o di Scoprendo Forrester questo film mi è veramente piaciuto di sicuro grazie anche all’ottima coppia di attori protagonisti e ne consiglio di sicuro la visione.
Piccola considerazione extra film, sono passati 22 anni da quando Juliette Binoche e Jeremy Irons erano i protagonisti dell’intenso Il danno di Louis Malle e magari la forma fisica non è più quella di un tempo ma Juliette Binoche conserva intatto il suo fascino il suo fascino.

“Sono una piccola poesia su una pagina in cui ne entra anche un’altra. Condividi con me questo campo bianco, vuoto come un acro di neve, libero… se non per questi minuscoli segni, come impronte di uccelli. Vieni, ora. E’ l’interno dell’onda, i secondi dopo il lampo. Il momento di silenzio quando la musica finisce, il ghiaccio pirma di sciogliersi. Stenditi accanto a me. Fai angeli. Fai diavoli. Fai cio’ che sei.”