Run all night – una notte per sopravvivere

Jaume Collet-Serra, regista spagnolo prestato a Hollywood prosegue nella sua canonizzazione della figura di Liam Neeson come eroe riluttante. Il personaggio di Neeson è massiccio e dolente come lo era nei due precedenti film diretti da Collet-Serra che l’hanno visto protagonista, Unknown – Senza identità e Non-Stop: una caratterizzazione così aderente al look consumato e alla recitazione afflitta di Neeson che l’attore sta diventando l’archetipo cinematografico del penitente cattolico in cerca di perdono (La preda perfetta e la saga di Taken).
Le scene d’azione sono il punto di forza del regista spagnolo (memorabile quella dell’incidente che dava l’avvio alla vicenda di Unknown) e la New York che racconta è quella romantica e corrotta dei romanzi polizieschi e parte le parecchie ingenuità il prodotto è un’ottimo intrattenimento. Ormai Neeson è un marchio infallibile per quello che riguarda i film d’azione.
Trama:
Jimmy Conlon è un ex killer di origini irlandesi tormentato da innumerevoli sensi di colpa che cerca inutilmente di annegare nell’alcol. Il figlio Michael non vuole avere nulla a che fare con papà nel tentativo di creare per sé e la propria famiglia una vita perbene. Ma il destino complica le cose mettendo Michael a confronto con Danny, il figlio criminale e tossicodipendente del boss della mafia irlandese Shawn Maguire. Shawn è anche il capo di Jimmy e suo amico fraterno: entrambi appartengono ad una generazione entrata nel crimine più per mancanza di alternative che per scelta, entrambi sono legati ad un codice d’onore che la generazione dei loro figli ignora o disconosce.