Smetto quando voglio

Smetto quando voglio è stato anticipatore della cosiddetta rinascita del cinema italiano che poi è proseguita e confermata l’anno successivo con pellicole come Lo chiamavano Jeeg Robot, Perfetti sconosciuti e Veloce come il vento tutti film che mi sono piaciuti parecchio. Avevo visto anche Smetto quando voglio ma non ne avevo scritto, in prospettiva di vedere il secondo capitolo Smetto quando voglio Masterclass ho deciso di rivedere questo fulminante esordio alla regia di Sydney Sibilla e devo dire che non vedo l’ora di rivedere in azione la banda dei ricercatori.
Quest’anno poi i media si espandono visto che è arrivato nelle edicole (e non vedo l’ora di leggerlo) il fumetto ispirato al film, scritto da Roberto Recchioni e disegnato da Giacomo Bevilacqua!

Pietro Zinni ha trentasette anni, fa il ricercatore ed è un genio. Ma questo non è sufficiente. Arrivano i tagli all’università e viene licenziato. Cosa può fare per sopravvivere un nerd che nella vita ha sempre e solo studiato? L’idea è drammaticamente semplice: mettere insieme una banda criminale come non se ne sono mai viste. Recluta i migliori tra i suoi ex colleghi, che nonostante le competenze vivono ormai tutti ai margini della società, facendo chi il benzinaio, chi il lavapiatti, chi il giocatore di poker. Macroeconomia, Neurobiologia, Antropologia, Lettere Classiche e Archeologia si riveleranno perfette per scalare la piramide malavitosa.