Baby driver – il genio della fuga

Che dire, Edgar Wright ha colpito nel segno, scrivendo dirigendo e assemblando un meccanismo perfetto, un piccolo capolavoro di genere. Mettiamola così Edgar Wright è riuscito perfettamente a confezionare un film d’autore cammuffandolo da film d’azione che si rifà apertamente a Driver l’imprendibile di Walter Hill. Un film che in alcune sue parti è adrenalina pura come la sequenza iniziale che ha ritmo incalzante della musica preferita del protagonista Baby, un paio di occhiali da sole, cuffiette sempre nelle orecchie (perchè vittima di acufene), lo sguardo perso nel vuoto e due cicatrici, segno di un trauma fisico e ancor più psicologico. Grandissimo cast, Ansel Elgort è eccezionale nella parte di Baby, poi Kevin Spacey in quella di Doc, Lily James in quella di Deborah e Jamie Foxx in quella di Pazzo. Uno dei film più belli che ho visto quest’anno.

Baby, così viene chiamato, è un giovane che alla guida di un’auto è in grado di compiere le più spericolate evoluzioni. Questa sua abilità viene sfruttata da Doc, un criminale dall’aspetto borghese, con il quale ha un conto aperto che deve saldare. Baby deve anche occuparsi dell’anziano invalido che lo ha fatto crescere e si sta innamorando della cameriera di un fast food. Ciò che ora vorrebbe poter fare è staccarsi dal ciclo continuo di rapine che Doc orchestra.